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Il saluto di Stefano Benni a Ezio Pascutti: “Vidi quel gol dal vivo, non lo scorderò mai”

Lo scrittore e il “volo” con cui il grande bomber rossoblù segnò all’Inter: “Se gli facevo i complimenti s’intimidiva, mica gli sboroni di oggi…”

Stefano Benni, bolognese, scrittore, tifoso, che ricordi personali ha di Pascutti? Una partita, un gesto, un gol visto dal vivo….
“Vidi proprio il gol di testa contro l’Inter… E subito pensai: questo non lo scorderò mai”.

In quel Bologna, parlando da tifoso, che posto aveva nella sua scala delle preferenze?
“Io giocavo – male – da ala, ma facevo pochi gol, quindi lui era il mio mito, insieme a Bulgarelli, perchè sembrava che non facesse fatica a giocare, si divertiva davvero”.

Mai capitato di incontrarlo, di parlarci?
“Se c’è una cosa bella che ricordo di quel calcio, è che non era uno sport ‘da sboroni’. Se un calciatore si fosse atteggiato come quelli di oggi, l’avrebbero preso tutti per il culo. Ezio lo incontravo al bar di via Belvedere, qualche volta gli ho parlato, e se gli facevo dei complimenti si intimidiva… Altro che gli ‘sboroni’ da Instagram di oggi…”.

C’è questa famosa immagine del gol in tuffo, che un tempo campeggiava in tutti i bar sport. La ritieni una foto che simboleggia il Bologna o vale per tutto il calcio di una volta?
“Se quel gol lo avesse fatto uno della Juve o dell’Inter, sarebbe una delle immagini calcistiche del secolo. L’ha segnato uno del Bologna, e lo ricordiamo soprattutto noi. Un gol così era difficile da fare allora, ma lo è anche adesso”.

Pascutti segnava spesso gol beffardi per le difese, c’era della genialità nel suo modo di giocare?
“Aveva l’istinto, e la sua pelata ti fregava, sembrava un vecchietto in pensione e poi ti rubava il tempo”.

Fu uno degli eroi dello scudetto, ma in realtà non giocò lo spareggio con l’Inter. Fu una sorta di “beffa” ingenerosa per uno come lui?
“Però quando si cita la formazione dello scudetto, tutti dicono Nielsen-Haller-Pascutti. Capra era un giocatore generosissimo, ma noi ricordiamo Ezio”.

Quel Bologna resta nella memoria proprio per quella formazione che i più sapevano a memoria. Fu l’ultimo scudetto, ma ritiene ci sia altro che rese così mitica quella stagione? La vicenda del doping, ad esempio? Pascutti fu tra gli squalificati.
“No, quello che la rese mitica fu che venne interrotto il monopolio delle Grandi. Saputo, prima di riempirci di promesse e balle sullo squadrone imminente, avrebbe dovuto essere più modesto, e studiare quello che ha fatto Renato Dall’Ara”

Pascutti fu anche squalificato per un pugno ad un giocatore dell’Urss, in azzurro, nello stadio di Mosca. Ricorda quell’episodio?
“Mi sembra di ricordare che il pugno non lo diede, solo uno scrollone. Ma non c’era Internet, quindi se qualcuno ha litigato, lo ha fatto faccia a faccia. Viva Ezio”.

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