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Come sarà il Capo dello Stato

L’idillio della Bicamerale finisce tra bugie e ripicche, e vista
la qualità del dibattito finale, più che un appello di
Scalfaro, ci sarebbe voluto un intervento di Castagna.
Ma la curiosità degli italiani ormai è solleticata:
come sarà il Presidente della Repubblica del futuro?

PROPOSTA PRODI –
Per Prodi, il presidente ideale deve occuparsi dei piccoli problemi
quotidiani della gente. Ad esempio se i diamanti sono ancora un buon
investimento e se si potrà chiedere l’elemosina in euro. Deve
rendere conto della disoccupazione italiana ai banchieri olandesi e nella
difficile arte di variare la pressione fiscale deve usare la mano leggera
di Luigi XV o di un Pastamatic. Soprattutto deve avere un’ampia visione
europeista, e per questo non sarebbe male spostare il Quirinale sul
Cervino. Il candidato ideale sarebbe Agnelli, ma egli difficilmente
accetterebbe una simile retrocessione di ruolo. Perciò la proposta
di Prodi è di eleggere Helmut Kohl che ieri era a Bologna per il
primo grande progetto industriale europeo: una fusione fra la Mercedes e
la Coop per tortellini ripieni all’aria condizionata.

PROPOSTA COSSIGA –
È necessario un vero uomo di centro, equidistante, simmetrico,
perfettamente bilanciato. Le sue idee devono convergere vorticosamente
verso una Grande Deriva Centrale (chiamiamola Grande Dc). La sua dirittura
morale deve essere a metà tra Previti e il cane Rex, il suo sex
appeal tra Clinton e Scalfaro, la personalità carismatica tra il
Dalai Lama e Buttiglione. Deve essere obbiettivo e rivalutare le vittime
della storiografia marxista come Francisco Franco, Licio Gelli e il
Minotauro. Deve ripetere ogni giorno la frase «faremo luce sulle
stragi» secondo un antico rito che si tramanda da Rumor a Napolitano.
Deve avere una certa esperienza di questo lavoro e non essere troppo
nordista o sudista, ad esempio isolano. Infine, come tutti i grandi
presidenti moderni, Clinton, Chirac e Ceausescu, il suo nome deve
cominciare con la “C”.

PROPOSTA D’ALEMA –
Per D’ Alema il candidato alla presidenza deve essere di sinistra, ma
non deve guastare gli equilibri delle riforme. Quindi è
consigliabile un candidato di sinistra orientato al centro, che sappia
però rinunciare alla sua vocazione ideologica per accettare un
centrismo puro che rappresenti tutti gli italiani. Non deve però
essere appiattito su un centro ristagnante, e poiché, come
già detto, non può egoisticamente schierarsi a sinistra,
è preferibile che egli dia voce alla destra moderata. Ma le parole
«destra moderata» sono un controsenso e quindi, come ogni buon
skipper, dovrà se necessario, virare a tribordo verso una politica
rigorosamente di destra. Se Fini abbandonasse un certo populismo estremista
che è proprio della sinistra perdente, potrebbe essere un buon
candidato.

PROPOSTA BERLUSCONI –
«Italiani» ha dichiarato il leader del Polo in una delle sue
rare apparizioni televisive. «L’Italia ha bisogno di un presidente
forte che sia garante dei rapporti tra politica e giustizia, e modestamente
in questo campo io ho una certa esperienza. Come capo dell’opposizione non
posso essere indagato perché ciò costituirebbe una minaccia
al diritto di opposizione, come capo del governo processarmi era un
attentato alle istituzioni, come industriale è una minaccia al
regime di libera concorrenza, come proprietario di televisioni un golpe
contro le libertà d’espressione, come presidente del Milan una grave
turbativa del campionato, come uomo una ripicca personale. Ma quando
sarò presidente della Repubblica, giuro che non mi opporrò
all’impeachment se questo sarà il volere del Senato americano.
Inoltre mi impegno a spostare gli uffici di presidenza dal Quirinale a
Milano, precisamente nella sede della Procura. Il pool verrà
trasferito in una sede più moderna e razionale, dove non saranno
più necessari lunghi trasferimenti per interrogare i detenuti.
Basterà che Borrelli bussi alla cella di fronte».

PROPOSTA VELTRONI –
Per ministro popcorn ci vuole un vero Pierre, un uomo che sia al
contempo Presidente della Repubblica e Public Relation. Deve essere
telegenico, infilarsi in ogni festival, stadio, spogliatoio, sposalizio
e buffet di Vip. Deve conoscere almeno la filmografia completa di Valeria
Marini. Deve tutelare il patrimonio artistico italiano e diffonderlo
all’estero, come nel caso dei quadri di Van Gogh. Verrà scelto con
una scheda, distribuita all’uscita dei cinema, tra i produttori del film
in cartellone. Gli exit poll danno Cecchi Gori favorito su Walt Disney.
D’altra parte Cecchi Gori incarna perfettamente la nuova cultura
dell’Ulivo, ha idee politiche di centrocampo, non sa parlare italiano
ma può essere doppiato, e poiché usa acconciarsi i capelli
con una mistura di poliuretano e zucchero filato, può essere usato
come deterrente chimico, risparmiandoci le spese per l’atomica. E
soprattutto, per lui come per tanti, l’unico luogo dove risuona ancora
vibrante la parola “ingiustizia” è la moviola.

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