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Saldi della Verità

Che meravigliosa serata quella di “Wonderful Dream”, la manifestazione “per
scordare i fantasmi del passato” che ha unito Rai Uno e Rai Due in un caldo,
democratico, sdrammatizzante abbraccio di audience. Presentavano Raffaella
Carrà, elegantissima in una guaina argentata da supposta, e Giulio
Andreotti in smoking mimetico. Le poltrone del Teatro Delle Vittorie rigurgitavano
letteralmente di ospiti: i nomi non li ripetiamo, sono quelli che affollano
ormai stabilmente il Presepe di Regime. Ma questa volta erano tutti riuniti:
quelli di Canale 5 vicino ai generali del Sismi, i sociarrivisti di Sodano e i
post-scelbiani di Vespa, i venditori di creme dimagranti e i grandi managers, i
nazionalpopolari e gli intelittuali-barboncino, i Nobel, i Fiuggi e le Miss
Ciociaria.
Sotto un grande Gladio di lustrini ha preso il via il balletto di
apertura, con ballerini vestiti da antichi romani e ballerine piduiste con soli
slip e cappuccio. Un vero trionfo l’apparire di ventiquattro generali, ognuno a
braccetto di una modella col vestito di un grande stilista ispirato a un
fantasma del passato. Bellissimo “Ustica” di Trussardi raffigurante una divisa
da hostess coperta da alghe di seta.
Generali e piduisti si sono poi simpaticamente esibiti. Miceli ha fatto
l’imitazione di D’Annunzio, Martini ha smontato un mitra in venti secondi e Gelli
ha letto la bellissima poesia campagnola “rastrellando i
partigiani”.
Dopo gli italiani, è stata la volta della Cia. William Colby, insieme a
tre agenti segreti, è stato presentato da Pippo Baudo vestito da sceriffo
e Marisa Laurito vestita da diligenza. Come già per “Beautiful”, il
pubblico italiano ha scoperto con entusiasmo che gli americani sanno fare cose
sovrannaturali come suonare la chitarra con due mani, fare giochi di prestigio e
alcuni anche soffiarsi il naso. Colby si è esibito cantando
“XY56ZK301” (“My way” in codice), mentre i tre affascinanti agenti
distribuivano sorrisi e dimostrazioni di yo-yo alle fans urlanti.
Poi si è presentata sul palcoscenico Cosa nostra. Ed è stata una
vera sorpresa. Cutolo, Badalamenti, Greco e Santapaola, uomini normalmente assai
riservati, hanno mostrato di essere autentici showmen. Grazie a loro, i
fantasmi del passato si sono ulteriormente dissipati e la mafia si è
confermata una delle realtà economiche più moderne del paese.
Intervistato da Bruno Vespa, Cutolo ha presentato i nuovi spot pubblicitari di
“Lupara bianca”, girati in un caratteristico mulino dell’Aspromonte.
Dopodiché Raffaele “O’ Muriatico” si è esibito in un fantastico
gioco di prestigio, facendo sparire, come nella “camera della tortura” di
Palermo, due magistrati e due giornalisti in una vasca d’acido. Solo Gianni Letta
si è salvato in quanto protetto da una corazza di quindici centimetri di
Fard. E’ seguito il suggestivo balletto “Stazione di Bologna” in cui tra nuvole
di fumo rosa, un treno si apriva e ne uscivano ottantacinque fantasmi, che
però subito si liberavano dal lenzuolo rivelando altrettanti sosia di
Jovanotti che cantavano “Ciao mamma” a ottantacinque mamme sorteggiate tra
le acquirenti di prodotti Standa.
La serata è proseguita con l’irresistibile duetto comico tra Craxi e
Forlani, con Craxi vestito da fratello De Rege e Forlani che gli nascondeva i
mitra nella giacca. Poi il presidente Cossiga si è esibito, con la
consueta loquela, in qualcosa che stava tra il rap e la verbigerazione,
accompagnato al pettine con velina dal ministro Vassalli.

Dopo quasi tre ore di trasmissione, una sorpresa: in collegamento via satellite
col campo da golf, George Bush ha parlato agli italiani. Come noi avevamo
previsto in queste colonne, li ha ammoniti ad accontentarsi di questi Saldi
della Verità, di questo quindici per cento di rivelazioni che il Regime
ci regala, per tornare a governare gaio e fetente come prima.
E proprio alla fine, il numero più atteso: uno strip dell’onorevole
Andreotti al termine del quale, sulle mutande del Grande Puparo, sarebbe apparso
il nome del colpevole delle stragi italiane. Lo strip è stato lungo e
arrapante, e quando alla fine si son viste le mutande con la scritta «asino
chi legge», la platea è scoppiata in un lungo applauso liberatorio.
L’ultimo fantasma era sparito. Pochi istanti dopo la terribile esplosione che
ha distrutto il Teatro senza lasciare neanche un superstite.
E mentre l’Italia s’interroga attonita, io confesso: sì, ho messo io la bomba al
Delle Vittorie. Sono entrato alla Rai nascosto dentro la borsa di Adriana Zarri
e ho usato dodici chili di tritolo trovato per caso dal mio cane da tartufi.
Confesso, ma non sono perseguibile penalmente. Perché la bomba l’ho
messa martedi scorso e lo confesso oggi, lunedì, cinque giorni dopo.
Perciò la bomba appartiene ufficialmente ai fantasmi del passato. Stavolta
siete fregati voi.

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