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Storie di duellanti

Scena. Aperta campagna, all’alba. Una nebbia leggera vela i cipressi. Un
uomo di nobile aspetto, sotto il cui mantello si indovina la sagoma minacciosa
di una sciabola, avanza nell’erba rugiadosa. L’uomo si ferma davanti a un
altro uomo di altrettanto nobile aspetto e così lo apostrofa:
— Siete voi il visconte di Clabaud che ebbe a insultare Napoleone e
ad esprimere un così sprezzante giudizio sulle sue riforme costituzionali in
quel letamaio di rivista chiamato “Guepe”, fatto per il quale
avrò il sublime piacere di svuotare delle trippe la sua vilissima
carcassa di provocatore e lobbista?
— Moderate i termini, signore. Io non sono il visconte di Clabaud, ma
il marchese di Saint-Potin e attendo di duellare con il conte di Hargne il quale
ebbe l’ardire di affermare che la scollatura della duchessa Du Bon-Hiver,
il cui salotto mi onoro frequentare, è assai meno seducente e
trasgressiva di quella della marchesa Marzanowsky, del cui codazzo di artistoidi
decadenti e imbelli mi pregio di non far parte.
— Affé mia, signore, vi chiedo scusa. Sono il duca di Saint-Fariboles.
Faccio anch’io parte degli ammiratori della duchessa Du Bon e
incrocerei volentieri il ferro con questo insolentissimo conte, ma come capite
devo dare la precedenza al visconte di Clabaud… ma che vedo! là in
fondo, il visconte che si batte a duello! Visconte, visconte!
VISCONTE DI CLABAUD (interrompendo il duello)
— Chi è lei, cialtrone? non si vergogna a disturbare una
chiarificazione tra gentiluomini?
DUCA DI FARIBOLES — Cialtrone è lei, visconte. Lei
doveva battersi con me alle sette, ma vedo che lei oltre che un cialtrone
sovversivo è anche uno spergiuro…
VISCONTE DI CLABAUD (all’avversario)
— Ma il duca di Fariboles non è lei?
L’AVVERSARIO — No, signore. Io sono il conte di
Vacarmes-Blanc-Moulin, e credevo che lei fosse il maresciallo Saintebarbe il
quale ebbe l’ardire di criticare nel foyer dell’Opera il libro di
mia moglie “Sociologia del merletto”
VISCONTE DI CLABAUD — Affé mia che equivoco. Certo la
mia vista non è più quella di una volta… ora capisco… lei (al
duca di Fariboles) deve battersi col mio avversario, mentre io…
DUCA DI FARIBOLES — No, no, signore, non vi affrettate… io
devo battermi col visconte di Clabaud che ha insultato Napoleone e non col conte
di Vacarmes, il libro della cui moglie non ho mai letto…
CONTE DI VACARMES (alterato) — Con questo vuole forse asserire
che non lo ritiene lettura degna di un gentiluomo?
DUCA DI FARIBOLES (spazientito) — Voglio dire che sono qui per
difendere l’onore della Patria e non le isterie letterarie o scollaturesche
di qualche damigella salottiera…
MARCHESE DI SAINT-POTIN — Se lei intende gratificare del
titolo “damigella salottiera” la duchessa Du-Bon dovrà
incrociare il suo ferro con il mio, prima che con quello del conte…
VISCONTE DI CLABAUD — Eh no! si dà il caso che io sia
l’amante della duchessa Du-Bon Hiver, e che fossi qui per sfidare il
marchese Marzanowsky perché asserisce che sua moglie ha ottenuto la parte
di protagonista nel melenso melodramma “Libellula di maggio”
in quanto pattina meglio della Du-Bon, mentre tutti sanno che l’ha
ottenuto perché è l’amante di Napoleone…
MARCHESE DI SAINT-POTIN (urlando)
— Come osate, imbecille patentato, asserire di essere l’amante
della mia amante, e come osate definire «melenso melodramma» il mio
capolavoro, e in quanto a Napoleone… (Urla, insulti, le lame roteano
nell’aria senza ben sapere come accoppiarsi. All’improvviso dalla
nebbia emerge un quinto uomo di nobile aspetto).
TUTTI (speranzosi) — E voi chi siete?
L’UOMO — Sono il principe di
Saint-Clapotin-Varibole-Carmargne-Zarmanowsky, cugino dell’imperatore,
ministro dell’Immigrazione, scrittore, mediatore, esperto di
estetica della Scollatura e insegnante di pattinaggio…
I QUATTRO (in coro) — Ma vada affanculo! (stramazzano sul
prato, esausti…).
IL PRINCIPE — Che linguaggio indegno di gentiluomini,
signori… e dire che ero venuto per invitarvi al Gran Ballo che stasera, nei
saloni della Maison Valadier, la duchessa Du Bon-Hiver darà per
festeggiare il decimo anniversario della loggia segreta dei
“Puantes”. Ci saranno anche cannoli alla crema, acqua pisciolina,
duelli in diretta e l’imperatore si esibirà in un monologo
comico…
I QUATTRO (entusiasti) — Verremo, verremo (Raccolgono le
sciabole, si fanno le scuse, si scambiano indirizzi di sarti. Quindi si
allontanano, costeggiando la città, dove il popolo bruto annusa assenzio,
ammazza i genitori e si schianta in carrozza all’uscita dei bal-tabarin).

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