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Per domani si prevede…

Ventitré maggio. Temperatura quasi invernale. Piove da otto mesi. In alcune zone d’Italia si segnalano già casi di neonati col tergicristallo. Anche oggi il telegiornale parla di case scoperchiate, allagamenti, frane e strade interrotte, per concludere: «I danni ammontano a vari miliardi». Da mesi si continua a definire «eccezionale» ciò che accade tutti i giorni. E mentre il governo guarda mezza Italia sprofondare, anche la Tv si arrende alle «calamità naturali». Le previsioni del tempo erano, già prima dell’«era glaciale», una delle trasmissioni più seguite. Un problema non risolto dalla Rete 2 è trovare un anti-Bernacca, perché il colonnello-barometro è una vera calamita di spettatori.

Come hanno accolto i meteorologi tv questo supplemento di popolarità? Uno, il baffuto Baroni, reagisce scusandosi. È sempre molto timido e da l’impressione di sentirsi in colpa. Dice «possibili precipitazioni» con un leggero imbarazzo. Mostra la carta e fa vedere che se fosse per lui, ci sarebbe il sole, ma c’è quella maleducata della precipitazione n. 10 (che è poi la n. 1 che ha fatto il giro). Una volta ha nascosto la temperatura minima di Potenza perché «si vergognava».

Il mal tempo sembra riempirlo di una sadica allegria. Per domani (risatina) il tempo previsto è proprio schifoso, con piogge battenti, nuvolacce luride e nevicate sui rilievi sopra il metro e venti. Poi comincia a spostare le freccine, le nuvolette di cartone, le barchine, finché un giorno staccherà la Sicilia, se la metterà in tasca e dirà: «Per domani sulle isole si prevede un lieve inabissamento».

Scherzi a parte, i meteorologi fanno il loro lavoro, e non è che possano dire molto di più nei tre minuti rituali. Però, in otto mesi di disastri e danni, ci fosse una volta che la Tv li abbia chiamati a un dibattito, a una trasmissione in orario di grande ascolto, in cui si parlasse di un problema che interessa tutti e cioè che l’Italia, di fronte a un periodo di squilibri climatici, è assolutamente impreparata e paga gli errori di anni. Quando non ci sono le freccine e le nuvolette, ci vuole una tragedia perché la Tv parli di meteorologia, astronomia o geologia. I geologi ormai sono come i pompieri: intervengono solo in caso di crollo. «Caro, è franato un ponte, devo correre subito in Tv a dire che noi non contiamo niente».

Gli scienziati li avremmo, ma un astronomo come Maffei viene usato per fare una domanda di tre secondi sugli Ufo ad Allen Hynek, un altro scienziato serio che la Tv ci ha presentato truccato da mago Merlino. Pazienza. Tanto il tempo tv è sempre bello.

Una sera d’aprile, mentre diluviava e i fiumi uscivano fuori più rapidi dei finanzieri, dopo le immagini dei disastri, c’erano i quattro seguenti shorts pubblicitari: 1) l’invito a fare il bagno di schiuma su una spiaggia assolata dei Caraibi; 2) quattro giovani che andavano in motorino con la maglietta a maniche corte; 3) due pazzi che gridavano al solleone di aver voglia di gelato mentre tutto il paese chiedeva un punch caldo; 4) il solito cavallo bianco che ha percorso più chilometri di Merckx, che galoppava ai ritmo di «il dopobarba Fresh porta il sole nella tua vita». Se uno tornava a casa tutto fradicio, dopo uno shampoo alla grandine, si sentiva dire dai familiari: «Ti sta bene, cretino. Così impari a uscire con l’ombrello invece che col tubetto del dopobarba». Evviva. Adesso ci sarà l’estate.

Speriamo che non sia di notte, se no la perdiamo. Poi ricominceranno, ogni giorno, piogge «eccezionali» e nevicate «fuori dal normale». Vedremo freccine e nuvolette, ma non sentiremo parlare di provvedimenti, né di pianificazione. Nulla si può davanti alle calamità naturali, come l’anticiclone delle Azzorre e la depressione dei Balcani.

Anche Gava ormai si fa chiamare «il ciclone di Posillipo» e Sindona «la perturbazione atlantica». È la natura. Finché esisterà il mondo, ci saranno sempre morti per le valanghe e per la legge Reale. Niente drammi. Un’alluvione con senzatetto non fa notizia, a meno che non sia rivendicata dalle Br. Tempo previsto: democristiano stabile.

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