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I sette nani vanno in Borsa

IN MEZZO a un bosco, vivevano i sette gnomi di Zurigo. Erano i più ricchi e abili
speculatori delle borse mondiali, ma erano rimasti persone semplici. La loro casetta era
di sole centonovanta stanze, tutta circondata da cerbiatti e coniglietti, alcuni vivi,
altri penzolanti dal reticolato a duemila volt. Nella sala delle riunioni prese la parola
l’autorevole Dotto. Era laureato in aggiotaggio a Harvard e aveva studiato scienza della
liquidazione con Romiti. Anche Wall Street temeva le sue previsioni.
– Fratelli gnomi – disse – il momento è difficile. Il mercato è impazzito ed
è sotto quello che noi chiamiamo l’effetto Clinton, cioè va a tiramenti e non
si sa mai se quello che dice è vero. Perciò dobbiamo elaborare nuove strategie
di investimento.
– Io ho un’idea – disse Eolo, tirò una riga di coca e esplose in uno starnuto –
questo è il momento di investire sul mercato della droga. L’economia sudamericana
è debole, e si possono comprare tonnellate di roba a prezzi stracciati. Basta
scegliere un socio onesto e affidabile, la mafia italiana, la triade cinese, le nuove mafie
russe. E si stanno aprendo nuovi settori di vendita. Ci sono al mondo duecento milioni di
giocatori di calcio. Se li convinciamo che la cocaina fa lo stesso effetto della creatina,
siamo ricchi.
– Zitto, drogato di merda – disse il mite Mammolo. – Il mercato migliore resta il Giappone.
Sono in crisi momentanea, ma presto faranno uscire le ultime generazioni, cioè le
invenzioni che non entrano sul mercato finché non è stata venduta la
generazione precedente.

AUTO ecologiche con l’airbag fatto con un pagliaio, computer che convincono a comprare un
altro computer, telecamere intelligenti che si addormentano durante il dibattito. E poi
videogiochi portatili interattivi dove ti sparano veramente addosso, basta che li prendi
sotto braccio e vai nel centro di una qualsiasi città italiana. E il gioco
“il piccolo genetista”, dove puoi coniare i tuoi gattini o fare un ibrido tra il
nonno e un basset-hound e vedere se vien fuori Cuccia. Il futuro è a oriente.
– Certamente scemo – disse Pisolo – ma non in Giappone, bensì in Cina. È
l’unico paese che ha già risolto il problema delle trentacinque ore, infatti le
fanno ogni tre giorni. Sono riusciti a spuntarla contro il Fiume Giallo, che in caso di
alluvione è quasi più disastroso della Regione Campania. La Cina è il
mercato del futuro. Ad esempio, non hanno le carte da gioco da infilare nelle ruote della
bicicletta per fare il rumore del motorino. Lanciamo la moda, un bello spot con la Claudia
Schiffer e Pantani, ed ecco che tutti i cinesi vorranno la bicicletta col frullo, è
un affare di miliardi.
– Cretino passatista, altro che biciclette, lì stanno fabbricando grattacieli – lo
interruppe Cucciolo, il rampante della famiglia, ventidue anni e già diciotto avvisi
di garanzia -. In tempi di recessione bisogna rischiare, perciò il mercato migliore
è l’Italia. Lì non si sa mai cosa succederà il giorno dopo. Ogni giorno
c’è una modifica alla finanziaria, una smentita sulle tasse, un coito interrotto
sulla giustizia. Adesso si deve contare Rifondazione, così sapremo quanti sostengono
Prodi con l’ulcera e quanti con la colite. Prodi per ripicca ha minacciato di farli contare
da Visco, l’unico ministro al mondo che invece della scorta ha bisogno della prova del nove.
Alla prima crisi spargiamo la voce che Scalfaro ha affidato rapide consultazioni a Burlando
e compriamo tutto.
– No, giovane scriteriato, l’ Italia è troppo rischiosa – disse il gaio Gongolo, che
sembrava un incrocio tra Prodi e Magalli – il futuro è a Est. Infatti tutte le
aziende italiane si sono buttate in Romania, in Ungheria e in Russia. La maglieria, i pezzi
di ricambio, i film porno, là tutto si fa con meno. Presto Eltsin si
dimetterà, perché non hanno più pile per tenerlo caricato. Se vorranno
mangiare, i russi dovranno rilanciare il settore portante della loro economia alimentare, e
cioè l’orto privato. Zappe, concimi, semi di cetriolo, ecco dove investire. Lanciare
nuovi ibridi, come il pomodoro San Marzano con la pelliccia per climi freddi. Ci uniremo a
Berezovsky, il Berlusconky russo: proprio come Silvio non sopporta che gli chiedano come ha
fatto i soldi ed è pieno di televisioni. La differenza è che lui i comunisti
ce li ha intorno davvero.
– Gentile collega, mi consenta di dissentire – disse l’elegante e garbato Brontolo,
laureato in money recycling alla Bocconi – il mercato migliore resta quello delle armi.
Negli ultimi anni non ci ha mai tradito. Dobbiamo solo superare la diffidenza della gente.
In America si possono già comprare i mitra al supermarket, ma presto potrebbe
accadere ovunque. Io sogno mercatini di pistole tipiche nelle sagre, il Salone del Missile
Marino a Genova, la fiera dell’esplosivo a Piedigrotta, la pistola da borsetta di Trussardi,
e le televendite in diretta, con l’annunciatore che dice: “E ora che abbiamo ascoltato
queste brutte storie di violenza il nostro sponsor ci dirà come proteggere la nostra
casa col mortaio salvavita, così semplice che può spararci anche un
bambino”.
– Siete un branco di piccoli idioti – li interruppe una voce femminile. Sulla soglia apparve
una donna col viso angelico e un caschetto di capelli neri. – Il futuro finanziario è
dei Mac Donald. Ogni sei ore nasce un nuovo Mac Donald, si vendono duecento hamburger ogni
sei pizze. Il Mac è la vera globalizzazione mondiale, la Madre di tutti i succhi
gastrici, l’affare che divorerà tutti gli affari. Il ketchup è il sangue di
ogni recessione alimentare. Ho investito tutto il nostro capitale in azioni Mac Donald.
– Sei grande Biancaneve – disse Dotto – sei meglio di Marina Salamon, della moglie di Dini,
di Donatella Versace, sei una genia dela finanza, sei…
– Zitto, microbo. E andate subito a preparare i costumi per le foto. Da domani in ogni Mac
Donald mondiale, insieme all’hamburger, verranno regalati sette pupazzi di nanetti con le
vostre fattezze, più una Barbie Biancaneve gonfiabile.
– Ma costerà una cifra.
– Risparmieremo altrove. Negli hamburger non ci sarà più la fetta di carne,
ma un gratta e vinci profumato all’aglio. La gente si abituerà. E adesso andate a
lavorare e cantate la canzoncina, ultimamente le vendite dei dischi sono in ribasso. Forza,
scattare!
– Sei una vera strega Biancaneve – sibilò Dotto, si prese un rasoterra nel sedere e
andò a mettersi in fila con gli altri.

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