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Così nacque il giocatore Del Piaggio

ORMAI morto e sepolto il desiderio di verità su trent’anni di stragi, un nuovo archivio segreto sconvolge l’opinione pubblica italiana. Nelle cantine del Coni giacevano migliaia di damigiane contenenti sangue e urine pregiate dei calciatori. E c’erano anche documenti scottanti, come questo rapporto di polizia che è stato recapitato da un ematocrito pentito.
Egregio comandante. Sono l’agente Strafatti del nucleo specializzato antidoping. Lavoro in coppia con il mio cane lupo, che si chiama Niet perché è il più disobbediente del corso. È molto intelligente, ma non si applica. È l’unico che, prima di saltare dentro al cerchio di fuoco, lo spegne con un secchiello. Tutto iniziò quando ci misero di servizio per un Milan-Juventus a San Siro.
C’erano cinquantamila persone, ma Niet si accorse che nella curva sud un ragazzo fumava hascisc, partì come un missile e tornò con lo spinello in bocca. Cercai di farmelo consegnare, ma Niet scappò tirando come una locomotiva, e io mi misi a inseguirlo.
Così facemmo l’incredibile scoperta. Il campo di San Siro è completamente ricoperto di marijuana! Ecco perché, in alcuni punti, è pelato e senza zolle. Durante la partita, vidi diversi giocatori fare finta di cadere e brucare in modo indecoroso. Altri strappavano interi ciuffi e se li mettevano in tasca. Il portiere della Juventus, nei momenti in cui non era impegnato, innaffiava ostentatamente il praticello intorno ai pali. E sentii distintamente il giocatore Del Piero chiedere a Weah se aveva una cartina da sigarette.

AVUTONE un cortese diniego, fece di tutto per farsi ammonire, e confezionò una canna col cartellino giallo.
Decidemmo a questo punto di indagare sul sordido ambiente. Era necessario un mascheramento. Poiché Net si rifiutava di indossare la parrucca rasta, fui io a travestirmi da cane lupo, con un costume di pelo sintetico. Insieme visitammo le sedi delle maggiori squadre italiane, e il risultato fu sconcertante.
Nella sede del Milan, il presidente Berlusconi aveva il sorriso da carro mascherato e la fissità di argomentazioni che sono tipiche dell’abuso di cerone. Ogni volta che gli mostravano le analisi dei suoi giocatori, si incazzava per il numero dei globuli rossi, gridando che lui non voleva mantenere una squadra di comunisti.
Nella sede della Juventus scoprimmo mostruosi esperimenti genetici. Nei momenti della più grave scissione civile italiana, e cioè il dualismo Del Piero-Baggio, fu tentato un cocktail cromosomico. Nacque una nuova creatura, battezzata Del Piaggio, un giocatore azionato dal motore della Vespa, velocissimo sulle fasce. Ignoro dove sia finito.
Nei laboratori della Fiorentina si fece di peggio: per avere un giocatore obbediente ai suoi voleri, Cecchi Gori chiese un giocatore col fisico di Batistuta e la testa di Cecchi Gori. Fortunatamente l’esperimento fallì e nacque un ragazzo intelligentissimo, negato per il calcio.
A questo punto io e Niet decidemmo di fare irruzione nei locali del Coni. Dopo aver affrontato i due ematocriti di guardia, sfondammo la porta. C’erano decine e decine di botti di urina lavorata col metodo champenois, pronta per il mercato estero. Trovammo anche le prove che Pescante e Montezemolo sono gemelli monozigoti nati dall’embrione di un’assemblea del Rotary. Denunciammo la situazione ai vertici del Coni. Non soltanto non ricevemmo risposta, ma la cuccia di Niet fu incendiata dolosamente. Convocammo una conferenza stampa deserta. RaiUno era a riprendere la Pivetti che cambiava i pannolini al neonato, RaiDue a registrare Prodi che cambiava idea, RaiTre a intervistare Bertinotti che cambiava le serrature di Rifondazione. Niet, che adora la televisione e il cane Rex, fu molto deluso.
Adesso lo scandalo è scoppiato. I calciatori giustamente si lamentano perché non si fa distinzione tra le varie sostanze, ad esempio la creatina, che appare anche nella pubblicità dell’Enervit, e gli steroidi più pericolosi. Sono stanchi di essere descritti come cavie pronte a tutto, coi nomi sbandierati in pubblico. È esattamente quello che succede fuori dal calcio, dove marijuana e eroina, hascisc e ecstasy sono messe nello stesso calderone, e “drogato” significa automaticamente spacciatore e delinquente. Anche qua la superficialità e i pregiudizi dell’informazione possono offendere e far male. Ma i tossicomani non possono minacciare lo sciopero. Sarebbe bello sapere perché questa storia del doping, che conoscevano in tanti, viene fuori solo adesso.
Intanto Niet mi ha lasciato per entrare in televisione. Fa la controfigura di Will Coyote nelle scene pericolose e la pubblicità del cibo per gatti. Certo, lui non è un gatto e deve stare sei ore al trucco, ma nella pubblicità non occorre essere veritieri né coerenti. Non c’è spot d’auto che mostri un ingorgo, i nomi dei profumi nostrani sono pronunciati con un misterioso accento americano, Pavarotti fa la pubblicità alle banche italiane e investe a Montecarlo, la Benetton mostra girotondi di bambini felici ma non si è mai accorta del lavoro minorile nelle sue fabbriche estere. Per non parlare della Nike e dell’Adidas, pubblicità e new age e manodopera vecchia filanda.
E dato che i campioni dello sport sono al primo posto nella graduatoria mondiale dei testimonial pubblicitari, è naturale che, insieme alla loro dignità, difendano anche i contratti con gli sponsor. I calciatori non sciopereranno, si faranno i controlli delle urine a sorpresa, sarà permesso il prelievo anche mentre uno batte il calcio di rigore. Perché è sicuramente scorretto voler migliorare artificialmente le proprie prestazioni. Ma questo è il mondo dove impazzano il lifting, i siliconi, il Viagra, dove si sta preparando una lente a contatto per vederci dieci volte meglio, la superaspirina che stronca l’influenza in un minuto, le supposte intelligenti che quando hai la febbre partono verso l’obiettivo come i missili, il fegato diesel, il ricambio totale del sangue.
È un mondo di aspiranti vampiri e commercianti di milze. E in America stanno già sperimentando un medicinale che agisce sulle ghiandole surrenali e blocca l’invecchiamento. Se fosse stato inventato prima, forse avremmo la soluzione della crisi attuale. Un Cavour-bis.

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