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Vocabolario bolognese

TORRI – Insieme a Tette e Tortellini, triade simbolica delle
attrazioni bolognesi. Nel decadimento generale della città, la torre
Asinelli si è abbassata di dieci centimetri, ed è sbarrata in cima
per evitare i tuffi dei suicidi. Adesso c’è chi vuole
metterci l’ascensore.
TORTELLINO – Si dice che la sua forma sia ispirata all’ombelico
femminile. Il vero bolognese lo mangia in brodo, i socialisti lo mangiano con la
panna, i turisti col ketchup e i democristiani vuoto perché si rubano il
ripieno. Quello autentico, piccolissimo, è sempre più difficile
da trovare. Adesso più che all’ombelico femminile sembra ispirato
alle orecchie di de Michelis. Costa circa come uno smeraldo e molti lo regalano
come anello di fidanzamento.
TETTE – Anche loro decadute. I siliconi e Vanna Marchi hanno
ipertettizzato tutta Italia, e Bologna ha perso anche questo primato. Il
cardinale bolognese Biffi, esperto di tematiche femminili, ha definito le tette
«una pericolosa provocazione» e ha invitato le fedeli a non uscire
nei giorni in cui le hanno.
TIRO A SEGNO – Quarta “T” che rende celebre Bologna, da
sempre terra di cacciatori. Poiché le lepri scarseggiano, ultimamente
si spara a benzinai, testimoni, zingari e carabinieri. Gruppi che si muovono
con strategia militare e usano armi da corpi speciali, sfogano così la loro
giovanile aggressività. Il Novantuno sarà sicuramente l’anno
in cui a Gladonia fiorirà questo tipo di caccia. In un paese dove la
mafia è un fenomeno naturale e i corpi segreti sono opportuni e
necessari, ognuno si sente in diritto di andare in giro a sparare mascherato.
Del resto, come ha detto Cossiga: «Morire per la patria è bello:
è dimettersi che è brutto».
TOMBA – Simbolo positivo dello sport bolognese. Ha imparato a sciare in
pianura e poi, quando in montagna ha scoperto la pendenza, è andato
ancora più forte. Il suo unico difetto è il fisico massiccio che
lo porta a stare troppo indietro sugli sci e troppo avanti sul piatto
di tagliatelle.
CORIONI – Presidente del Bologna calcio, simbolo negativo dello sport
bolognese. E’ l’anti-Berlusconi. Berlusconi non dice niente e compra
tutto, Corioni dice sempre e non compra mai niente. Soprannominato
“super-balla” è famoso perché una volta giurò di aver
comprato cinque giocatori rumeni a un autogrill. E’ presidente del
Bologna, del Brescia, dell’Ospitaletto e usciere della Juventus.
RUSPA – Simbolo della politica sociale del Comune. Sempre pronta a
spianare centri sociali autogestiti o case occupate e poi versare lacrime di
coccodrillo dall’apposita marmitta.
BIFFI – Famoso cardinale sessuofobo per cui la donna, (specialmente
bolognese) è creatura del diavolo. Insieme al prefetto Rossano e al
rettore Roversi Monaco mantiene la tradizione di Bologna medioevale, con punte
di modernità e sensibilità che si spingono indietro fino
all’Eocene.
UNIVERSITÀ – Quella di Bologna è all’avanguardia
nella ricerca (di soldi e di sponsor). Previsti nel 1992 la facoltà di
Mulino Bianco e il corso di laurea in Storia della Famiglia Agnelli. Famosa per
i suoi ermellini, le cene suntuose, le cerimonie accademiche. Peccato ci siano
tutti quegli studenti tra i piedi.
CANTAUTORI – Bologna è considerata la città dei cantautori:
Dalla, Morandi, Mingardi, Lolli, Guccini. Balle! Morandi e Mingardi non sono
più cantanti ma calciatori, Guccini è di Modena, Lolli è
mitteleuropeo e Dalla è un troll.
ISOLA FELICE – Così veniva chiamata Bologna anche nel 1977, anno
delle autoblindo contro gli studenti, o nell’anno della strage. Non
è un’isola felice, è una città dura e drammatica con
qualche esile speranza in più rispetto all’illaidito arcipelago di
Gladonia. Per questo i vecchi e nuovi gladiatori la odiano tanto. E ora sente
forte il vento di regime. Poiché, come diceva John Donne, nessun uomo
è un’isola, neanche Spadolini quando fa il bagno in
materassino.
STRAGE – Oscuro fantasma ferroviario del passato. Alcuni cittadini
saltarono in aria, come disse Vespa in un famoso collegamento, «per
l’esplosione di una caldaia». Ma la memoria di quei fatti è
dispersa nel glomero degli omissis, e ogni tanto Andreotti si diverte anche a
sfottere i familiari delle vittime. Ma nelle notti di nebbia, tra i binari, si
vede passare un misterioso vagone fantasma da cui risuonano epiteti alla
magistratura e una voce tuona:
«Andreotti, presto pagherai tutto e pagherai caro, compreso il supplemento
rapido per il ritardo!»

Buona guerra a tutti.

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