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Un’audience del centosei percento

Non abbiamo titoli per parlare di televisione.
Non ci andiamo mai, non la guardiamo quasi mai e abbiamo sempre ritenuto la tivu
patria una delle più vuote e brutte del mondo, con buona pace di chi
rimpiange leggendarie età dell’oro catodiche.
Perciò siamo rimasti settari e partigiani e non abbiamo mai imparato il
pluralismo televisivo.
Intendendo per “pluralismo” una parola ormai tradita e storpiata che
gli ipocriti e gli arraffatori usano ogni qualvolta si accingono a fare i loro
comodi.
In nome del pluralismo la sinistra ha preferito contrattare e occupare spazi e
poltrone piuttosto che lottare per un’informazione il più possibile
autonoma dai partiti e dalla pubblicità.
In nome del pluralismo siamo arrivati a un singolarissimo monopolio televisivo.
Si può fare peggio che in passato?
Si, se confrontiamo un pitecantropo e l’onorevole Brunetta.
E’ difficile ma non impossibile.
C’è un presidente del Consiglio che vuole passare alla storia come
grande statista ma per il momento transita nella cronaca come un tirannello
miserabile, terrorizzato dalla minima critica.
C’è un ministro delle Poste e Comunicazioni Gasparri, ormai
retrocesso a sottosegretario ai Francobolli che quando parla Berlusconi si
nasconde sotto il tavolo e non lo convincono a uscire neanche con le tartine al
salmone.
C’è il baldo Baldassarre, un new Bernabei pronto a tutto per
difendere l’autonomia dell’informazione contro ogni ingerenza dei
giornalisti.
Come sarà allora questa nuova tivu?
Assomiglierà alla Cnn o alla Cdl, a Channel 4 o alla Pi 2?
Essendo noi inventori di notizie come Pera e premonitori di catastrofi come
Castelli, siamo già in grado di anticiparvi i numeri zero dei nuovi
telegiornali, il giorno dopo lo sciopero.
RAI UNO — Un contenuto sciopero generale ha causato qualche
inconveniente locale al paese reale.
Numerose dozzine di persone hanno seguito i comizi dei tre leaders sindacali
Cofferazzi, Pezzuola e Angeloni. Sostanzialmente fallito lo sciopero nel
settore dei trasporti. Il settanta per cento dei treni è regolarmente
arrivato nel solito orario, cioè in ritardo. Alcune industrie, tra cui la
Fiat, si sono fermate non già per l’astensione operaia, ma per
casi contingenti e eccezionali. L’esaurimento delle lattine di Fanta nel
distributore automatico ha ad esempio consigliato il senatore Agnelli a
fermare la produzione. Il presidente del Consiglio, in un breve messaggio di
ventisei minuti che trasmetteremo tra poco, ha confermato che, sciopero o
no, le riforme vanno fatte perché se no la Confindustria non gli paga
la seconda rata.
Nel quadro del nuovo pluralismo stasera al posto del Fatto di Biagi,
andrà in onda lo Strafatto di Vito, dieci minuti di urla e strabuzzamenti
in diretta. Seguirà il nuovo programma satirico di Rai uno in cui il
governo viene letteralmente preso a pesci in faccia. Il programma, che si chiama
Satyrvavau, è il più visto nelle isole Tonga e in esso il comico
Tualu Tongatapu, detto il Luttazzi di Nukualofa ne dice veramente di tutti i
colori contro il suo premier. Porta a Porta andrà regolarmente in onda,
ma avendo voluto la sua parte anche la Lega, si chiamerà Porta a Porta a
Porta.
RAI DUE — Mentre la Padania libera lavorava, qualche migliaio di
comunisti e di extracomunitari ha invaso con la consueta maleodorante arroganza
le piazze d’Italia. I ministri Bossi e Maroni come sempre si sono
schierati dalla parte dei veri lavoratori, mangiando simbolicamente una gamella
di spaghetti all’amatriciana su un ponteggio. Il Po, simbolo della parte
maggioritaria del paese, ha continuato a scorrere portando il suo vigoroso
contributo fertilizzante ed emolliente alle terre del Nord.
La Lega ha inoltre deciso che da ora in poi i telegiornali regionali avranno
anche un notiziario in lombardo. In nome del pluralismo i Tigì della
Puglia e della Calabria saranno sottotitolati, ammesso che sappiano
leggere…
In quanto allo sciopero, trasmetteremo un contraddittorio pluralista tra il
presidente della Confindustria d’Amato, il ministro Lunardi e gli operai
della ditta Lunarnord, ditta scavatunnel di proprietà panamense. Satira:
debutta stasera Erìdano, la nuova riforma della satira leghista. Nel primo
numero Borghezio racconta le più belle barzellette sui froci. Per
finire, le previsioni del tempo fino a Piacenza.
RAI TRE — Lo sciopero è riuscito, ma non diciamo per
carità che è stato uno sciopero contro il regime. Anche se nel
nostro paese il novanta per cento delle televisioni è nelle mani di un
solo uomo, gli spazi di informazione per la sinistra sono ancora vivi e
gestibili. Questo notiziario va in onda in forma incompleta perché ci
hanno tagliato la luce, ma vi assicuro che questa sagoma in piedi sulla
scrivania è Antonio di Bella. Dopo il telegiornale andrà in onda
il documentario “Isole dell’Egeo” che finalmente spiega
dov’era D’Alema quando avrebbe dovuto occuparsi del conflitto di
interessi. Nel nome del pluralismo, seguirà un confronto tra il nuovo
presidente della Rai Baldassarre e il suo predecessore Zaccaria. Per rispettare
le indicazioni dell’elettorato, il presidente in carica avrà il
vantaggio di poter parlare mentre Zaccaria dovrà mimare, ma forse
è meglio. Seguirà Indignation, un blob delle più belle
indignate reazioni dei politici di sinistra degli ultimi anni. Comunque, nella
lotta per il pluralismo Rai, informiamo che i consiglieri di opposizione
Donzelli e Zanda hanno spostato la loro poltrona vicino alla finestra, e
partecipano alle riunioni del consiglio d’amministrazione con i piedi sul
tavolo, ma con la testa appoggiata sul davanzale, a sottolineare la loro
dissonanza e disarmonia.
RETE QUATTRO — (diretta su blob) Com’è l’ordine
del capo? Dividere tutti i numeri per dieci? Va bene, ok ,sbrigatevi cazzo, via
alla diretta. Gentili telespettatori, ieri, uno virgola sei marzo, un milione
appena di lavoratori è sceso stancamente in piazza per la difesa
dell’articolo uno virgola otto. Dal palco gli zero virgola tre
rappresentanti dei sindacati hanno parlato davanti a un mare di bandiere
palestinesi e slogan offensivi. In quanto allo sciopero dei trasporti, la
maggioranza degli italiani non se ne è neanche accorta e io personalmente
ho visto gente camminare a piedi col braccio in alto, tranquillamente attaccata
alla maniglia dell’autobus. Tutti i casinò italiani hanno
regolarmente funzionato. Insomma lo sciopero generale è stato uno
sciopero caporale, chi non ride alla battuta lo licenzio. Su questi temi, nel
quadro del nuovo pluralismo il presidente del Consiglio Berlusconi
risponderà tra breve alle domande del ministro degli Esteri a interim
Berlusconi e a quelle del nuovo ministro a interim delle Poste e Comunicazioni
Berlusconi. Seguirà una partita di calcio Playstation dove il Milan batte
la Juve sei a zero. Chiuderanno le trasmissioni le previsioni del tempo col
nuovo meteorologo a interim di Retequattro, non diciamo chi è per non
rovinarvi la sorpresa.
CANALE CINQUE — Dopo lo sciopero, è l’ora del dialogo.
Berlusconi si è detto aperto a qualsiasi trattativa, a patto che escluda
stralci dell’articolo diciotto, discorsi sul conflitto di interessi,
modifiche ai decreti sulla scuola, obiezioni sulle rogatorie, battute sulla
sua statura, avvisi di garanzia, presenza di giornalisti stranieri scomodi,
sondaggi sfavorevoli, contestazioni sulle promesse elettorali, inutili
sproloqui sulla mafia, demagogie sulle ingiustizie sociali e rifiuti a
assicurarsi con la Mediolanum. «Con questa immensa disponibilità,
sarà responsabilità di quei puzzoni politicanti dei sindacati
se non riusciremo a parlare serenamente», ha dichiarato il presidente del
Consiglio. Dopo questo telegiornale andrà in onda una puntata speciale
del Maurizio Costanzo show dal titolo «Santoro contro tutti». Alla luce del
nuovo pluralismo, stasera Maurizio Costanzo verrà eccezionalmente sostituito
dall’onorevole Dell’Utri, Santoro verrà impersonato da
un somigliantissimo pupazzo in gommapiuma e al posto di “tutti” ci
saranno alcuni. Seguirà la nuova fiction Mediaset dedicata a Santa
Maria Goretti, e subito dopo il film Maial Istinct. Ma soprattutto non perdete
Striscia la Nottizia, nuova serie del popolare programma con inizio alle ore
4,45 di notte e con due piccanti novità: un Gabibbo contenente un
agente della Digos e al posto delle Veline i Gobboni, due carabinieri che
reggono il cartello con le notizie da leggere.
ITALIA UNO — Sciopero soft, in piazza tante bandiere rosse ma sono
andati forte anche il cremisi e l’amaranto, molto à la pàge
la sciarpetta leggera che fa tanto afghano-Karzai, proprio out la kefià e
gli striscioni pesanti di cotonina, meglio una bella t-shirt casual col Che che
fa sempre etnico. Il look spinone-casual Cofferati conquista le signore,
intervista esclusiva con Dolce e Gabbana: come sarà la moda povera dopo
il taglio dell’articolo eighteen? Un nostro sondaggio tra i giovani
italiani: sai cuccare alle manifestazioni? Hit parade: quali sono i cantanti
preferiti dai giovani imprenditori, ospite in studio Jovanotti anche
perché non riusciamo a spostare il suo camper. Gossip e last-minute news:
licenziata la Gialappa’s band: trovati centosessanta chili di marijuana in
tasca a uno dei componenti. Il producting manager di rete dichiara:
«E’ una rinuncia dolorosa ma c’è un limite alla
satira». Seguirà, nel quadro di una corretta informazione sui
problemi dei lavoratori, lo special «Krizia una vita per la moda» e
il documentario «Il miracolo delle piramidi».
LA SETTE — Nel quadro nel nuovo equilibrio pluralista, d’ora
in avanti Giuliano Ferrara verrà ripreso da lontano e Gad Lerner con
uno zoom. Intervista con Cecchi Gori: «Salverò la Fiorentina con le
riforme».
TELESILVIO — E’ in arrivo una nuova rete personale in cui
il premier, in asfissia per calo di idee e di sondaggi, potrà farsi
incensare per ore e si sfogherà a insultare chi vuole in Italia, in
Europa e nel mondo. Questo canale già prima di partire ha
un’audience di ottantatré milioni di italiani, uno share del
centosei per cento, ed è l’esperimento televisivo più
pluralista dell’occidente. Se non ci credete o siete comunisti o sono
stato frainteso.

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