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Rischiatutto, anche la vita

Noi siamo da sempre incalliti allarmisti e antinucleari, ci torniamo sopra in ogni pezzo. Ma c’è un perché. Tutti voi sapete che un incidente nucleare è impossibile. Tv e stampa lo ripetono tutti i giorni. Ce lo dicono gli esperti Zichichi e Ippolito, che insieme a Bernacca, Fogar e Veronelli sono gli scienziati ufficiali tv. Ma mettiamo il caso che in un immaginario paese americano (chiamiamolo Harrysburg) ci sia (per assurdo) un incidente nucleare. Come reagirebbe la televisione? Non ci crederebbe. Paolo Grassi, aprendo il tv, direbbe «bello questo sceneggiato inglese che ho comprato».

Le prime trasmissioni cercherebbero di minimizzare. Non si sa bene cos’è successo. L’uranio è così bizzoso, proprio come Donat Cattin. Dentro al reattore è stato trovato materiale definito interessante. Comunque le conseguenze si potranno vedere solo tra dieci anni, come Seveso o un bacio di Galloni. Un amico ci telefonerebbe che anche la tv americana, che normalmente fa grande uso della diretta, avrebbe, in questo caso, un blocco pauroso di notizie. La società dello spettacolo, si direbbe, non ha paura delle catastrofi, finché sa che potrà raccontarle. Ma se saltiamo in aria tutti, chi andrà a vedere il film Pluton! La nuvola che uccide, o Superman contro la centrale impazzita, chi comprerà la maglietta con la scritta «I like Maltdown», chi vedrà la Carrà vestita da molecola scatenarsi tra dodici boys-neutroni e ascolterà Nel bunker con te di Riccardo Cocciante? E la Westinghouse e la General Electric, che costruiscono le centrali nucleari, a chi venderebbero i loro televisori?

E la Tv italiana? Sarebbe, nell’occasione, particolarmente schizofrenica, non potrebbe come al solito affidare tutto alle dichiarazioni dei partiti, che di nucleare sanno poco (Craxi crede che un fotone sia un grande poster di Fonzie). I servizi andrebbero dall’attonito-tonto (l’incidente è misterioso, c’è un muro di piombo, Carter segue tutto, pronto a intervenire, e dorme vestito con gli schettini) allo stupito-incazzato con l’inviato del Gr 1 che si lamenta perché le autorità non danno notizie. Si mobiliterebbero le molecole di Dio e i donatcretini per dire che questo non può fermare il piano nucleare. Gli antinucleari potrebbero, per una volta, parlare quando sarebbe loro sacrosanto diritto poter informare ogni giorno su queste cose alla Tv, servizio Bubbico. Infatti la scelta nucleare, pur non rivestendo l’attualità e l’importanza del matrimonio di Amanda Lear, delle dichiarazioni di Pennacchini e della hit-parade, ci tocca tutti da vicino, e investe grandemente la sfera del privato (è noto che, dopo un’esplosione nucleare, si ha una tendenza al riflusso e a stare chiusi in casa). Forse si potrebbe, dato che solo il quiz fa reagire gli italiani, stravolti dagli eventi, ripristinare un’ edizione di Rischiatutto con cabine piombate.

«Per un milione di lire e per la sua pelle, sior Mattioli», direbbe il Mike, «risponda alle seguenti domande:

1) Le centrali nucleari devono essere costruite in zone geologicamente sicure. Perché quella di Montalto di Castro è a 20 chilometri da Tuscania, dove ci fu il terremoto del 1975?

2) Caorso, a detta di esperti, è costruita con materiali scadenti e in modo approssimativo. Ci son già stati incidenti. Milano è a 80 chilometri. Secondo lei al Milan conviene comprare Paolo Rossi con queste prospettive?

3) Le scorie radioattive dovranno essere eliminate e viaggiare sulla rete autostradale e ferroviaria. Cosa si deve fare quando si viene tamponati da un camion di uranio? Le corna?

4) Una centrale come quella di Caorso pompa fuori 100 mila litri d’acqua clorata e bollente al secondo. In quante bottiglie la mettiamo?

5) Bisognerà eliminare scorie di stronzio, cesio e plutonio. Se, come dice Donat Cattin che di queste cose se ne intende, buttiamo lo stronzio giù per il cesio, dove buttiamo il plutonio che è ventimila volte più velenoso del cianuro e delle sottilette?

6) Le zone nucleari verranno militarizzate. Calcolando che un quarto d’Italia è già zona militare, un quarto base Nato e l’altro quarto recintato e pattugliato, se militarizziamo l’ultimo quarto, dove mettiamo i civili?

7) Mi dica almeno 10 dei 57 incidenti nucleari “impossibili” avvenuti negli ultimi vent’anni nel mondo.

Ha trenta secondi di tempo per premere il pulsante signor Mattioli. Attento a come risponde. C’è un rischio, siore, c’è un rischio!».

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