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Censurate il metalmeccanico

Non poteva essere diversa, la Tv elettorale di questi mesi. Bollettini di guerra, vertici sgominati, foto di Toni Negri che vengono mostrate attraverso un filtro rosso, musiche di tregenda, dissolvenze alla Dario Argento, tutto il campionario dei film dell’orrore diventato informazione, con la porta che cigola ed entra Potere operaio, e Piccoli che corre terrorizzato in vestaglia nel corridoio buio. Il tutto è partito da tempo, prima di qualsiasi prova e senza una sola parola sui dubbi sollevati dalla superinchiesta: avanti a tutta con effettacci e vocabolario militare. Addio al rispetto delle garanzie costituzionali degli imputati, addio alla storia della nuova sinistra, già tutta buttata nel calderone terrorista.

E così, tra giudici un po’ suonati che parlano come Aldo Fabrizi, supertestimoni, zombie, microspie nel budino e infiltrati negli armadi americani, nonché urla nella notte, corpi senza testa e l’università di Padova diventata casa Usher, andiamo alle elezioni con questo terrorismo mostruoso, venuto da chissà quale paese dei Carpazi. Che sollievo per i partitoni, che già tremavano all’idea di una campagna elettorale sulla casa, sul nucleare, sui furti di Stato, sui contratti. Quali contratti, dite? Dunque, sembra che ci sia in Italia un gruppo di amici che ama trovarsi insieme per attività sociali quali, per esempio, produrre le macchine con cui 20 milioni di italiani, come i topolini lemming, si suicidano in massa tuffandosi nelle autostrade a Pasqua.

Questo gruppo fa anche altre cose come gli scioperi, i bulloni e i picchetti, lavora i metalli per questo si è dato il nome scherzoso di «metalmeccanici».
Dunque questi metalmeccanici (sembra siano anche parecchi), vorrebbero rendere edotta la Tv sulla loro attività sociale, anche perché sono da tempo impegnati in una noiosa prassi, chiamata contratto, che si ripete ogni qualche anno (forse per questo la notizia è vecchia). Ma tutto è vano: i metalmeccanici dicono che la Tv fa lo gnorri, anzi Grassi richiesto di un intervento ha detto: «La Confindustria? Cosa fa? Marmellate?».

Il Tg 1 non dà mai una notizia, il Tg 2 le dà col contagocce e con un distacco e un’indifferenza che sembra che parli di un derby. E dire che i padroni hanno assunto posizioni da pescecani anni Cinquanta, il raffinato Agnelli invita a «tener duro» e a «non calare le braghe» e spara pernacchie rizzando le basette come un gatto, Carli rilascia dichiarazioni di guerra, Scotti ubbidisce e Umberto Agnelli, il bambino di Dio che ha fatto carriera, può apparire in Tv e tenere le lodi degli operai emigrati che lavorano di più, si lamentano meno e quando muoiono hanno anche la corona in tedesco.

Ma i metalmeccanici non hanno egualmente diritto a uno spazio nei telegiornali (ahimè, non sparano abbastanza!). Devono andare in 2 mila, durante lo sciopero della zona Sempione, a protestare davanti alla sede Rai di Milano, per prendersi ciò a cui hanno diritto. Addirittura, quando si mostrano i loro cortei, che sono pieni di striscioni e pupazzi certo più efficaci dell’umorismo Tv, la telecamera glissa e scappa terrorizzata se vede un Andreotti-Frankenstein o un Agnelli con le manone enormi. I telespettatori potrebbero spaventarsi. E dire che, quando sono di sinistra, vi piacciono tanto i mostri.

Ma quando ce lo farete vedere il conte Piccoli, nel suo castello del Trentino, o inquadrerete le ragnatele sulla sedia di Colombo, quando ci mostrerete l’orrida trasformazione di Zaccagnini-Jeckill che quando mangia troppo friggione di notte si trasforma in Donat Cattin o in un orango se gli va bene. Quando ci mostrerete finalmente che quando Galloni tiene la boccuccia chiusa, che non si capisce se sta per sputare un gargarismo di odol o un giudizio politico, è perché nasconde due formidabili canini ministeriali? Mettete i filtri rossi ad Andreotti, che di bombe e stragi la sa lunga, e quando parla di democrazia, per favore, un bello stacco musicale agghiacciante, di quelli che anche Dracula deve andare a farsi una grappa. Sfruttiamolo fino in fondo, dai, il filone dell’orrore.

Ma davvero non c’è spazio, su questa Tv dei partiti, per un contratto per cui lottano da mesi milioni di lavoratori? Ma insomma, Grassi e Bubbico e voi ideologi e programmisti, il vostro vertice, quand’è che lo sgominiamo?

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