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Pericoli in vacanza

Brevi e agitate le vacanze di Marciaindietro Bossi, il
Milingo della Padania. Il leader leghista, in canottiera verde e
bermuda tricolori è stato visto prima pediluviare nel mare
Adriatico, poi ha smentito risalendo il Po e infine, dopo esser
passato da Arcore ad annaffiare i fiori, si è rifugiato in uno
chalet segreto sulle Prealpi, guardato a vista da cinquanta
uomini della Guardia Padana. Il verde e virile manipolo era
armato del nuovo manganello Wurti in lega di wurstel e titanio,
arma intelligente che dopo la festosa bastonata può essere
arrostito sul grill e consumato facendo sparire ogni traccia. Qui
Bossi ha esternato tre volte con tonanti accenti che hanno
provocato lievi frane e gran trambusto di stambecchi.
Per prima cosa ha detto di meravigliarsi di come tutti sono
preoccupati per Haider, quando in Italia ci sono in giro lui,
Fini e i balilla di An. «Haider sta a noi come una mountain bike
sta a un carro armato», ha detto Bossi, e si è subito voltato per
trovare qualcuno che lo smentisse. Poiché ciò non è accaduto, il
leader leghista ha subito convocato per telefono il ministro
Castelli. Questi è accorso su un aereo verde padano da cui
qualcuno però si era dimenticato di togliere lo stemma del
biscione. «Bossi è stato frainteso» ha dichiarato Castelli, e già
che c’era ne ha approfittato per mettere sotto inchiesta un
giudice che sul belvedere aveva detto «adoro questi riflessi
rossi sulle montagne».
Consumato un frugale pasto a base di pigne, Bossi ha partorito la
seconda esternazione, gridando che la devolution si farà a costo
di andare a prendere quelli di An casa per casa. Castelli ha
subito precisato che Bossi intendeva dire: «Andremo a prenderli
per brindare insieme all’approvazione della
legge».
La terza esternazione, accompagnata anche da
un fulmine e da un caratteristico peto padano al taleggio, è
stata la seguente. «I servizi segreti italiani deviati a sinistra
mettono le bombe per favorire una situazione di tensione in cui
la destra possa reprimere la sinistra in modo che rinasca un
terrorismo di sinistra che faccia nascere un contrapposto
terrorismo di destra le cui azioni i servizi segreti di destra
potranno attribuire al terrorismo di sinistra per fare un governo
ancora più di destra».
Al termine della lunga esternazione, effettuata fatta a quota
millecento, Bossi è rimasto senza fiato e ha avuto un piccolo
mancamento. E’ stato accompagnato all’ospedale di Bergamo dove
gli è stata somministrata un miscela di ossigeno e speck.
Per domani è prevista la quarta esternazione bossiana sulle masse
di immigrati che invadono i territori padani, ovverossia i
napoletani che sciano. Alcuni cartelli avvertiranno i turisti del
pericolo.
Gianfranco Fini, in convalescenza dopo il crollo del lifting
democratico, è in vacanza sul suo yacht «Bronson», un quindici
metri con dodici cannoni da portaerei. La vacanza non manca di
inconvenienti. Gli uomini rana che scortano lo yacht sono entrati
in sciopero perché si rifiutano di mangiare le lasagne
sott’acqua. Fini ha cercato di convincerli che la quasi totalità
dell’attività politica di An è ormai clandestina. Durante la
notte si è accostato allo yacht un Mas con i quattro parlamentari
di An che si erano casualmente trovati nella sala operativa dei
carabinieri di Genova. Essi hanno confermato al loro leader che
non erano lì per influenzare le operazioni, ma solo perché su uno
dei monitor si vedeva la partita della loro squadra. Essendo i
quattro tifosi di squadre diverse, i sospetti permangono. Nel
pomeriggio, dopo una battuta di pesca allo sgombro col bazooka,
Fini ha mostrato ad alcuni giornalisti la nuova divisa per i
poliziotti impegnati in manifestazioni. Tuta nera con graffiti,
casco integrale con la scritta No future, t-shirt con la faccia
(a scelta) di Iggy Pop o di La Russa, anfibi coi tacchi a spillo.
Fini è apparso in ottima forma e sorridente. Ha dichiarato di non
aver assolutamente perso la faccia da democratico: se al momento
portava la maschera antigas era solo perché doveva pulire il
pesce. Anche lui ha detto di sospettare che dietro le bombe ci
siano i servizi segreti di sinistra, i centri sociali e alcune
frange dell’oltranzismo francescano e carmelitano. Dio non
voglia, ha detto Fini, che si debbano perquisire i tabernacoli.
Alla fine, tutti alla piattaforma petrolifera dove Gasparri,
insieme a numerosi Vip di destra e di sinistra, aveva organizzato
un platform-party. Buffet, danze e gran finale con fuochi
d’artificio che hanno illuminato la notte e affondato un cargo di
curdi.
L’onorevole Violante in vacanza a Courmayer è stato fermato dalla
Polstrada mentre guidava con un piede sul volante e
contemporaneamente rilasciava tre interviste con un telefonino
per mano e un altro legato alla fronte. Violante stava
dichiarando che dietro le bombe c’è un disegno preciso, e che non
per niente tra le tute bianche ci sono molti geometri. Ha poi
consigliato all’agente di vigilare perché in autunno ci sarà una
ripresa del traffico terrorista.
L’agente ha replicato che i violatori della democrazia in Italia
si chiamano Bossi, Berlusconi e Fini e per quanti nuovi
terrorismi e sigle e deviazioni cercheranno di inventare, i tempi
sono cambiati. Metalmeccanici, studenti, suore e e sovversivi di
ogni colore stanno preparando lo slogan d’autunno, più o meno
questo. «Non ci caschiamo, buffoni, il pericolo siete voi».
Quindi l’agente è fuggito a tutta velocità su un vecchio Ciao
truccato. Le indagini hanno appurato che si trattava dell’unico
anarchico travestito da agente e non viceversa. Lo stupore di
Violante è stato tale che per trenta secondi non ha rilasciato
interviste. Tutti i giornali hanno dovuto fare la ribattuta col
titolo «Il silenzio di Violante». Dopo pochi secondi, un
rassicurante comunicato. Violante aveva ripreso a esternare
regolarmente.
Il presidente del consiglio Nibor Dooh Berlusconi sta
trascorrendo le vacanze in una delle sue dodici ville in Sardegna
ma non si sa quale. Da ogni villa, infatti, partono ogni mattina
dodici nani in bermuda per fare footing seguiti da dodici scorte
in bermuda. Questo per confondere le idee su quale sia il vero
Silvio. I dodici Silvi sono sembrati tutti in ottima forma, anche
se la stratificazione di fard e abbronzatura ha causato un
effetto bitume, con notevole aumento della temperatura
endocranica e alcuni incendi nasali. Il vero Silvio è stato
scoperto quando, dopo uno scatto in salita Pisanu e Tremonti sono
crollati per la fatica, rivelando di non essere agenti della
scorta. Silvio ha ammesso di essere Silvio e di essere molto
contento di questa vacanza, perché finalmente per qualche giorno
potrà non pensare a risolvere il conflitto di interessi. Alla
domanda di un giornalista «ma perché, gli altri giorni ci pensa?»
Silvio ha simpaticamente reagito facendolo buttare giù da una
scarpata. Il presidente del consiglio ha poi consumato un frugale
spuntino a base di frutti di mare, spaghetti alle cozze e una
banana di profondità. Momenti di panico quando Silvio ha offerto
un piatto di sardine all’onorevole La Loggia dicendogli «tieni,
si mangia tutto» La Loggia ha obbedito ingoiando il piatto.
Operato, è fuori pericolo. Silvio ha poi esternato che dietro le
bombe non sa cosa c’è ma sicuramente è qualcosa che gli fa
comodo, e questo lo rasserena. Poi il presidente del consiglio si
à intrattenuto democraticamente con un pastore sardo, dichiarando
che da sempre ha a cuore i problemi dell’allevamento ovino, e gli
ha chiesto quanto latte faceva quella bella pecora bianca al suo
fianco. Il pastore sardo ha risposto «latte poco, perché è il
cane» e poscia lo ha mandato a fanculo in logodurese, gallurese,
barbaricino e catalano. E’ stato arrestato con l’accusa di Lesa
Maestà Continentale. Infine Silvio si è fermato a vedere il
tramonto sul mare, dicendo che non ne aveva mai visto uno così
rosso. Infatti, gli ha spiegato un componente della scorta, non è
il tramonto ma un incendio. Silvio è venuto così a conoscenza che
quest’anno in Italia c’è il doppio degli incendi forestali
dell’anno scorso. Non ci posso fare niente – ha detto scrollando
le spalle – questi alberi non li ho piantati io. Ed è corso via
con agile passo, lasciando dietro di sé un’inconfondibile scia di
dopobarba e falso in bilancio.

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