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Ma Fanfani è un’eroina?

Da una radio libera di Milano, Radio popolare, è partita la proposta di discutere sulla liberalizzazione controllata dell’eroina. È una proposta certamente molto controversa, ma è anche un tentativo di muovere qualcosa e prendere iniziative su una situazione che sarà incontrollabile nel giro di un anno. Dieci morti in sei mesi a Milano, l’invasione di eroina tagliata, la rete di spaccio sempre più capillare e apparentemente inarrestabile, tutto dovrebbe spingere anche la Tv a occuparsi un giorno sì e un giorno no di questo problema. Invece, dopo una bella trasmissione di Antonello Branca, è calato un silenzio totale e neanche è stata data notizia dell’iniziativa di Radio popolare.

Forse perché parlare di eroina vuole dire parlare di quartieri-ghetto, di connivenze della polizia, di neofascismo, di responsabilità dell’industria farmaceutica. Troppo, tutto in una volta, per il «gigante timido», come Grassi ha definito la Tv citando Mac Luhan, anche se parlando della Tv italiana potrebbe fermarsi a citare Mac Ronay.

Così non ascolteremo mai un dibattito come quello che a Radio popolare ha coinvolto tossicomani e «sani», perché la Tv ha cose più importanti di cui parlare. Avrete notato per esempio che, col convegno «Nuove cronache» di Fiuggi, è tornato su tutti gli schermi l’onorevole Fanfani. Un revival di cui sentivamo il bisogno quasi come del ritorno dell’hulla-hoop o delle epidemie di spagnola.

Tg 2 e Tg 1 si sono dati da fare, il giorno prima del discorso, a creare grande attesa degli avvenimenti, inquadrando con le famose panoramiche «da congresso» schiere di zombi, junker, deputati e baluardi vari dell’anticomunismo applaudire freneticamente. Ci hanno mostrato un profilo di Fanfani che definire scultoreo è poco. Il giorno dopo, poi, i giornalisti delle due reti si sono letteralmente strappati di mano l’onorevole per avere l’intervista. E lui è stato delizioso: ha fatto le boccucce, si è schernito, si è messo il ditino in bocca, ha strabuzzato gli occhietti toscani: proprio un vero fiorellino. Sembrava impossibile che fosse la stessa persona che, durante la campagna per il divorzio e per l’aborto, teneva discorsi che hanno dato grande impulso agli studi sulla paranoia, e che da anni è uno dei punti di forza di un disegno reazionario europeo.

Il fiorellino ha parlato per cinque minuti al Tg 2 e per tre al Tg 1, sgridando amorosamente tutti, volteggiando nella sua prosa leggera e sobria come un camion di meringhe con rimorchio, e dicendo infine che «attenti, che se non si è pronti al confronto si fa solo confusione». E magari succede anche di peggio, magari ricominciano spari e bombe. Un po’ vecchio, questo discorso dc. Per subito dopo, c’era un’intervista con Bodrato che della Dc è un severo critico. Quindi, per la serie di telefilm di fantascienza «Sull’Avanti! di domani» la notizia di un saggio di Signorile che annunciava che bisogna opporre Marx a Lenin. E subito, sul video, sono apparse due squadre di pallavolo. Dio mio, va bene che c’è la crisi del marxismo, abbiamo pensato, ma qua siamo già allo scontro fisico, al duello in palestra. Ci hanno detto poi che era un improvviso collegamento speciale per l’incontro Italia-Bulgaria.

Dopo, siccome si sentiva che mancava qualcosa, c’era finalmente l’intervista a un dc, Pandolfi. Perché, avendo a portata le persone competenti, non è poi così difficile fare giornalismo tv. Esempio: riforma della scuola = intervista ministro Pedini. In caso di situazione di disagio per riforma della scuola, fare precedere l’intervista dalle parole: signor ministro, la riforma ha suscitato vaste critiche. Cosa ne pensa lei… (segue intervista ministro Pedini). Situazione sindacale = intervista a Lama. In caso di forti dissensi sulla situazione sindacale, fare precedere intervista da parole: un clima di malcontento sembra agitare la base sindacale. Cosa può dirci… (segue intervista a Lama). E così via. Vigilante uccide un ladruncolo, intervista al ministro dell’interno. Pensionato investito da un motorino, dibattito tra il sottosegretario alla Previdenza sociale e il ministro dei Trasporti.

Così va. Rimbocchiamoci le maniche. La sinistra ha molte cose serie da fare subito, da una discussione immediata e concreta sull’eroina, a una riflessione sull’importanza delle radio democratiche. Che vanno sostenute e non solo ascoltate passivamente, aiutate e non solo normalizzate. Perché le «nuove cronache», in Tv, per adesso sono quelle di Fanfani.

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