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L’ira di Achille e la guerra di re Tsipro contro Europa

Achille attraversa correndo la vasta pianura della Tessaglia. Raggiunge un centauro che sta brucando tranquillo erbette miste. Gli si rivolge ansante.
— O Chirone, mio saggio cavallo e umano maestro, sta accadendo qualcosa di strano e incomprensibile anche per un semidio quale io sono.
Chirone (masticando radicchio) — E cosa, mio amato Achilletto?
Achille (posando a terra lo scudo con grave rumore di pentolame) — Stamane mi recai al tempio del dio Bancòmetro, ove c’è una roccia spaccata, sacra a mia madre Teti. Infilai la spada nella fessura per ottenere le monete d’oro necessarie alle mie spese. Ebbene, la fessura sputò fuori in malo modo la mia arma e disse con voce tonante: “Grexit”. Che significa?
Chirone — Ahimè temevo un simile momento. E poi?
Achille — Più volte inserii la spada con forti fendenti e la roccia non solo mi negò le monete ma si scosse irosa, e dietro a me c’era un fila di mortali che aspettava il turno e rumoreggiava e io gridai “indietro, pezzenti” e uno di essi fece con la lingua un rumore beffardo e vibrante, tipo…
Chirone — So di cosa si tratta. E poi?
Achille — Al decimo inserimento di spada, la roccia del dio Bancòmetro sussultò come per un terremoto e disse: «O Achille, come puoi tu chiedere danaro in presenza di eventi quali il defaulto della tua patria?».
Chirone (scacazzando di paura) — Proprio così disse?
Achille — Proprio come ti ho riferito! E ora che posso fare? Come sai devo recarmi a Troia per combattere i nemici della Grecia. E senza oro non posso comprarmi né una lancia, né una corazza elegante né uno scudo adeguato, quello vecchio è tutto ammaccato… là tutti mi stanno aspettando, farò la figura del vigliacco.
Chirone — Ahimè dunque non sai?
Achille — Non so cosa ?
Chirone — La guerra è sospesa. Non c’è più una dracma. La navi tornano in patria. Ben altri sono ora i nemici che ci offendono…
Achille — E chi più dei Troiani e di quel fetente di Ettore e di quella zoccolona di Elena?
Chirone — Achille, Europa ci offese.
Achille — Europa mia sorella? O quello che è, visto che Zeus non fa che inseminare fanciulle e spargere prole ovunque…
Chirone — No, col nome Europa si designano le terre di Occidente, ove imperano barbari dalla cui stirpe nasceranno britanni e celti e crucchi e pure i romani, che Zeus ce ne scampi.
Achille — E che c’entra il dio Bancòmetro?
Chirone — Mi è difficile spiegarti, Achille. Sappi che Agamennone, il re Tsipro, la regina Syriza e altri vennero a patti con questi abitanti dell’Europa e chiesero loro un prestito per attaccare Troia. Ma ora i barbari europei esigono la restituzione con umilianti richieste. Tsipro si è adontato e ha detto che mai e poi mai lo farà. Ma per i voleri di Krisis, dea dell’Economia globale ora rischiamo il defaulto, il fallimento e la miseria, per questo il sacro Bancòmetro non rilascia oro…
Achille — Non capisco. Chi è Krisis? E cos’è l’economia globale?
Chirone — Nessuno lo sa, ogni istante essa cambia nome e passa dalla fortuna alla catastrofe e dalla teoria alla follia, a volte dà i numeri, a volte parla oscura come la Sibilla. Essa è una divinità più potente di Zeus. Le Moire stesse ne hanno paura. Nascondono il fuso, il filo e le forbici per paura che gli vengano portati via. Le sue leggi stanno sopra agli uomini e agli dei. Solo Ade non la teme, perché nel suo regno ci sono decine di manager che gli consigliano gli investimenti.
Achille — Tu mi prendi in giro Chirone. Non può essere più pericolosa di un leone o di un ciclope o di un idra…
Chirone — Lo è molto di più. I suoi tentacoli sono in tutto il mondo. Essa ci tiene legati alla sua lunga corda. Se la allenta, respiriamo, se la tira, ci strangola.
Achille — Ma per Zeus e Poseidone, come cazzo funziona?
Chirone — Essa è più misteriosa di Tiresia e Cassandra. Ti faccio un esempio. Se in un paese Krisis si nasconde, che accade?
Achille — Ricchezza per tutti?
Chirone — No! Più tasse, le banche ingrassano, gli speculatori accaparrano, e gli evasori esportano capitali, eccetera.
Achille — E il popolo?
Chirone — E il popolo spende e chiede prestiti ignaro che presto lo prenderà là dove la folgore di Zeus non illumina. Nel kulikon.
Achille — L’avevo capito. E poi?
Chirone — Quando le cose vanno peggio, Krisis balza fuori dal suo nascondiglio, e nessuno può restituire i soldi, e i consumi crollano e allora…
Achille — Banche e speculatori e multinazionali vanno in rovina.
Chirone — No, chiedono aiuto allo stato, si fanno finanziare, perché essi sono le colonne del tempio di Krisis, che non può mai crollare, e le agenzie di rating seminano il panico e gli economisti si accapigliano e straparlano, ebbri come Baccanti. E ci si prepara ai sacrifici…
Achille — Ecatombi, sacrifici di agnelli e tori?
Chirone — No, sacrifici di umani. Si tira la cinghia. Ma non tutti. Le banche si rimpinguano di soldi, gli speculatori arricchiscono con le loro trame, i manager fregano quello che possono, non si pagano più le tasse, e il popolo lo prende…
Achille — Là dove la folgore di Zeus…
Chirone — Esatto. Ma è venuta l’ora fatale. L’Europa vuole i soldi, noi non possiamo ridarli. Quindi è guerra.
Achille — E chi vincerà?
Chirone — Nessuno vince mai del tutto. Le leggi di questa divinità sono così arcane da parere fasulle, e anche se essa si nutre di cifre e statistiche, a me sembra che sia in perenne balia di alea e vertigo. Ma alla fine il risultato è sempre lo stesso. Chi si era arricchito diventa ancora più ricco e chi era povero resta povero. La civiltà greca annaspa, mentre l’Europa divisa è sempre meno il centro del mondo e intanto i cinesi…
Achille — Chi?
Chirone — Niente, niente.
Achille — Ma allora ribelliamoci!
Chirone — Ahimè, mio iroso amico, non si può. Tutti siamo prigionieri di questo labirinto. Nessuno sa chi lo ha costruito, nessuno sa come uscire. Il Minotauro ormai è una leggenda, vi si aggirano mostri ben peggiori che sono per metà Lapo e metà Marchionne, e il drago Merkel, e il Grexit e il Defaulto…
Achille — Chirone hai brucato ancora stramonio e marijuana?
Chirone — No, purtroppo sono lucido. So soltanto che alla fine la folgore di Krisis ci rimbalzerà…
Achille — Nel kulikon, va bene. Ma questo sarebbe progresso? Questo è il futuro per la mia patria e per l’Europa?
Chirone — Nessun progresso! Sarà quasi un ritorno alla legge di natura, una guerra infinita di divinità avide e mediocri. Quindi rassegnati o prode Achille. Non andrai a cercar gloria a Troia. Non abbiamo i soldi per mangiare, come potremmo averne per le spade?
Achille — O Chirone, maestro, non ti riconosco più. I soldi per gli armamenti si trovano sempre, anche nelle crisi. E io non mi rassegno. Vedo un centauro venire all’orizzonte, su una grande moto splendente. So chi è, è l’ateniese Varoufachio, aitante e stolto. Mi prenderà in sella e insieme andremo da questi Europei… e li affronteremo! Chi è il guerriero più forte tra loro?
Chirone — Non saprei. Forse una donna.
Achille — Ah, questa poi…
Chirone — Si chiama Angela, figlia di Odino e Bundesbank… grande è il suo potere… Non puoi affrontarla…
Achille (saltando sulla sella di Varoufachio e bruciandosi il tallone con la marmitta) — Ahia! Vedremo. Per quanto le leggi di Krisis siano misteriose e assurde, e la dea sia difesa da migliaia di titani, truffatori, speculatori, evasori e da agenzie di rating e segreti bancari, io entrerò in Europa come un uragano, e farò fuori tutti…
Chirone — Achille, Achille, non andare…
Achille — Devo. Su mio prode centauro Varoufachio. Perché non parti?
Varoufachio — è finita la benzina. Non hai cinque euri?
E così restano, immobili e eroici in mezzo alla vasta pianura assolata, mentre Zeus e i cinesi se la ridono.

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