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I barboni di Montecitorio

Il millenovecentonovantasette si chiude con le penose immagini di Montecitorio
nella morsa del gelo. Mentre i disoccupati oziano e i metalmeccanici accumulano
favolose fortune salariali, la classe dei politici e degli imprenditori deve
affrontare per la prima volta lo spettro della miseria e della crisi economica.
Nell’aula della Camera, non riscaldata per risparmiare sulle spese, molti
onorevoli senza casa hanno passato la notte nei sacchi a pelo, o avvolti nel
domopak. Luciano Violante, che ha dovuto rinunciare alla scorta e per guardarsi
alle spalle monta due specchietti retrovisori, ha avviato la seduta cercando di
vendere grappa distillata in proprio. Autorichiamatosi all’ordine, ha annunciato
il nuovo impegnativo parametro di Maastricht: il prossimo anno il prodotto
interno lordo dovrà essere almeno la metà dello stipendio di
Schumacher. Grida e lamenti hanno accolto la notizia, ma il brutto doveva ancora
venire. Un infreddolito Prodi, col cappotto imbottito di giornali, ha illustrato
la Tag, la nuova Tassa Sugli Aggettivi necessaria per entrare in Europa. Il
premier della Maggiorazione ha spiegato, tra gli starnuti, che gli italiani
consumano troppi aggettivi. Per descrivere la vita culturale e politica del
paese ne bastano tre: inevitabile, scandaloso e
consociativo. Ogni aggettivo eccedente, d’ora in avanti, sarà tassato proporzionalmente al reddito e al titolo di studio.
È previsto anche un supplemento per i superlativi. La notizia ha acceso gli animi.
Ha subito chiesto la parola Silvio Berlusconi, che per scaldarsi si era infilato
sotto il cappotto due televisori e sembrava una maggiorata.
Il leader dell’Opposiranza ha dichiarato che «la Tag non è inevitabile, anzi
è uno scandaloso balzello che colpisce soprattutto i ceti di mezzo, ovvero
quelli che parlano di più». Il Polo ha perciò proposto un emendamento
per le discussioni calcistiche e le liti stradali.
Si stava per procedere alla votazione quando Scalfaro, travalicando i compiti istituzionali, è entrato
vestito da Befana, con una porchetta dono di Helmut Kohl.
Ne è seguita una baruffa scandalosa e consociativa.

***

La procura di Brescia sta formalmente indagando su Antonio Di Pietro per le
accuse da lui formulate contro la Procura di Firenze che aveva sequestrato il
fascicolo riguardante il ricorso dello stesso Di Pietro contro la Procura di La
Spezia che aveva richiesto un supplemento di indagini su Di Pietro per il
finanziamento di un interrogato emerso durante l’interrogatorio di un
finanziere.
«Non è per il fascicolo», ha precisato Di Pietro in una
lettera in cui annuncia anche le dimissioni dal suo circolo di tennis,
«è che tra i fogli avevo nascosto diecimila lire per i regali di
Natale».
Piena solidarietà a Di Pietro è venuta da tutto l’Exit Pool di
Milano.
Davigo, Borrelli e D’Ambrosio, intervistati presso il chiosco di caldarroste da
loro aperto davanti all’ex palazzo di giustizia, hanno detto che
«l’accanimento contro Di Pietro è scandaloso e consociativo, ma
questo non significa la fine di Mani pulite, anche se le castagne all’ingrosso
costano sempre di più».

***

Si svolge oggi in Ruanda il primo concerto di solidarietà «Live for
Italy».
Gli artisti africani devolveranno l’intero ricavato della manifestazione ai
cantanti italiani indigenti, specialmente a Luciano Pavarotti, ormai in pieno
tracollo economico e strutturale: pesa infatti solo centosette chili dopo aver
mangiato tutti i cavalli della sua scuderia.
John K’Ndele, a nome degli artisti africani, ha specificato che tutti si
esibiranno a cachet intero, che ci sarà la mondovisione in diretta e che
dell’Italia non gliene frega quasi nulla, vogliono soprattutto farsi
pubblicità e promozionare i loro dischi.
«Qualche volta non fate così anche voi?», ha chiesto con
candore.

***

Madonna è tornata in Italia per vendere la sua batteria da cucina.
La diva, assai dimagrita e sciupata dopo il crac economico (aveva investito
tutto in lire italiane!) ha accolto i fans alla pensione Souvenir, dove ha
battuto all’asta tutti i suoi pezzi, compresa la famosa pentola a pressione in
cui racconta di aver spesso fatto l’amore col marito.
In onore della diva, con la sobrietà che lo contraddistingue, ha
organizzato una festa Gianni Versace.
Da un cannolo siciliano in polistirolo lungo sedici metri sono uscite le top
model, vestite da pentite.
Le modelle però, invece di sfilare, si sono avventate sul buffet
azzuffandosi.
Al termine Versace ha presentato il suo nuovo must: una linea di carta
igienica in cellophane riciclabile.
«Noi stilisti siamo stati sempre esibizionisti e pacchiani con molti
soldi» ha dichiarato alla stampa; «io ci riesco anche con poche
lire».

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Sempre più drammatiche le conseguenze dell’ondata di licenziamenti su Rai
e Mediaset.
L’ex presentatore Mike Buongiorno è stato arrestato alla Stazione Termini
mentre cercava di vendere panini al prosciutto cotto ai viaggiatori.
Non solo il prosciutto veniva da un quiz di dieci anni fa, ma il presentatore non
aveva sulla maglietta l’obbligatoria scritta «vendita
promozionale».
Fortunatamente, per gli impoveriti lavoratori televisivi, è entrato in
vigore il decreto «Uno per tutti».
I canali Rai e Mediaset hanno mantenuto sigle diverse, ma hanno un unico
direttore, gli stessi telegiornali, gli stessi dibattiti e gli stessi ospiti nei
talk-show.
Secondo i primi sondaggi, il novantotto per cento degli italiani non se ne
è ancora accorto.
Anche la stampa si attrezza contro la crisi.
Per risolvere finalmente la «guerra dei gadget» la Repubblica
uscirà avendo come inserto Il Corriere e Il Corriere
inserterà la Repubblica.
Con questa iniziativa i due quotidiani cercano di parare la botta
dell’Unità, che ha allegato all’ultimo numero la videocassetta
«Le mie nuove idee politiche» di Walter Veltroni.
La cassetta è il più grande successo comico dell’anno.

***

Silvio Berlusconi ha venduto i trecentottantasette cessi della sua villa in
Sardegna a una multinazionale araba che ci farà un oleodotto.
«Era un sacrificio inevitabile per arrivare alla fine del mese», ha
detto tra le lacrime; «la recessione avanza, gli italiani tornano dalle
Maldive ustionati perché non hanno i soldi per la crema protettiva,
Previti non riesce più a vendere un carro armato.
È inevitabile un’intesa (non dico di che dimensioni per non pagare la
Tag) tra tutte le forze piuomenocratiche».

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Notizie di cronaca: è stato venduto in un bar di Rapallo il primo premio
di centomila lire del concorso «Gratta e Sopravvivi».
Il fortunato centomillario è per il momento, sconosciuto.

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Cronaca nera: un uomo, dopo aver investito una famiglia sulle strisce, è
entrato in una pasticceria di Roma e ha tenuto sotto la minaccia di un mitra
cinquanta persone, prima di arrendersi agli agenti.
Interrogato sul motivo del folle gesto ha risposto: «Volevo fare anch’io
un partito di centro».
Rinchiuso in carcere, durante la notte ha ricevuto la visita di tutti i maggiori
leader politici.

***

L’onorevole Craxi, con una valigia di cartone portata da una sagoma in
compensato di Intini, è giunto oggi alla Stazione Tiburtina dopo un lungo
viaggio in treno dalla Tunisia. «Ringrazio gli amici, che con una colletta
hanno permesso il mio ritorno», ha detto l’ex leader del Psi (forse futuro
guardasigilli). «Ora che tutto è stato chiarito, spero di riuscire
a reinserirmi nella malavita lavorativa». Quando un giornalista gli ha
chiesto se avesse almeno qualche risparmio da parte, Craxi ha definito la
domanda «scandalosa, consociativa e provocatoria» ed è subito
stato tassato dalla Polizia Aggettiva Ferroviaria.

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