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Colpa dell’on. Polipo

Paolo Grassi è famoso per essere un grande lavoratore. Se vi ricordate le sue polemiche coi sindacati, potete ben capire come sopra ogni cose egli odii l’assenteismo. È sempre in Rai, ci mangia, ci fa la doccia, ci dorme la notte steso sulla scrivania a pancia in su come Snoopy, e la mattina si fa svegliare con la sigla dell’Eurovisione. Certo, non lo fa solo per passione. Probabilmente da quando si è insediato avrà anche la sua indennità speciale perché è in trasferta a Roma. Però se la guadagna. Ma non è lui il più grande lavoratore Rai. Perché Grassi è solo un dilettante di fronte all’onorevole Polipo. L’onorevole Polipo è un dc che si fece le ossa nell’era Bernabei: è il responsabile del Partito per grandi manovre e assunzioni. Guardate come si è dato da fare per le nomine nelle sedi regionali.

In origine, c’era un documento in cui si diceva che le assunzioni dovevano essere proposte dal direttore generale Berté a una conferenza di tutti i direttori delle varie reti. Questo naturalmente non è successo. Le assunzioni le ha fatte poco per volta l’infaticabile onorevole Polipo, muovendo i suoi tentacoli, le sue correnti, le sue protezioni con tale destrezza che i partiti della sinistra ne sono rimasti ammaliati. L’infaticabile ha deciso, sede per sede, quale era feudo dc e quale poteva essere lasciata ad altri, e quale posto, sedia, gomma e matita era riservato al pupillo di turno. Berté, al momento di presentare la lista delle ultime 63 nomine, era talmente bombardato dagli ultimatum dei vari Belci, Colombo e soci, che ha dovuto dire: «Scusate, ma o mettete questi, o mi devo dimettere io».

Così i nomi sono passati, e in ogni sede c’è stata una sceneggiata diversa. Alcuni che avevano tutti i titoli, come Carcano a Torino, per cui s’era impuntato il Pci, sono stati scartati. A Napoli i tre posti (direttore di sede, redattore capo e responsabile programmi) sono stati addirittura lottizzati per corrente. Uno a Gava, uno a te, uno a Gava. Sgambetti in Sicilia. Trombamenti a Trento. Scioperi a Cosenza. Nelle altre sedi acque mosse o agitate.

Dopo di che, a conti fatti, questa famosa Terza rete che tutti aspettiamo con fiducia, sarà di fatto una creatura dell’onorevole Polipo. Su ventuno redattori capo di sede regionali, diciassette sono infatti democristiani più o meno fedeli. Se pensate che il Tg.3 avrà quattro minuti al giorno di servizi nazionali, e ventisei di locali, pensate che bella festa potrebbe essere per notabili, signorotti e pescecani dc decentrati, un così ghiotto spazio da invadere.

Ci vorrà tutta l’attenzione dei giornalisti democratici dell’azienda, per impedire una grandinata di veline su tutto il paese. E adesso ci sono ancora da fare altre 200 assunzioni, di giornalisti soldati semplici. L’onorevole Polipo è già al lavoro. Un ordinato e fiducioso battaglione di cugini, zie, figli morganatici, autisti e compagni di doppio a tennis si sta già scaldando in panchina.

I sindacati giornalisti, arrugginiti e imbalsamati fuori e dentro l’ azienda, guardano atterriti le evoluzioni di questo implacabile stakanovista. Di notte, passando davanti al palazzone di via Mazzini, ci sono sempre due luci accese. Una è di Grassi che manda fiori, scrive poesie, compila palinsesti, resuscita vecchi programmi, traduce dal russo, lavora il legno e telefona a New York, perché il centro della vita culturale è lì, e solo da lì, possono venire idee come Il sesso forte. L’altra luce è quella dello Studio dell’onorevole Polipo che, una penna in ogni mano, compila raffiche di lettere. «Caro Colombo, per la proposta del tuo protetto a Trento devo purtroppo dirti che sono già in lizza il maestro di nuoto di Piccoli e uno zio di Belci. Potrei però, se vuoi, spostare un segretario di Tesini da Bologna, liberando un posto a Napoli dove potrei sostituire un addetto stampa fanfaniano con un bisagliano usato che doveva andare a Venezia, di modo che spostando la sede di Cosenza di qualche chilometro, aggiungendo un telescriventista doroteo e dando l’appalto delle pulizie a Forze nuove si riuscirebbe a liberare un posto di sostituta annunciatrice a Roma. Non è quello che volevi, ma vedrai che prima o poi si libererà un posto da giornalista perché Fede e Selva, da quando hanno saputo che non ci sono negri, vogliono andare al parlamento europeo. Un tenero abbraccio con ogni mia zampa. Tuo Polipo».

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