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Ultimatum

Ps. Al momento di andare in stampa, riceviamo questa dichiarazione a lei
diretta. Lasciaci fuori dalle tue beghe, stronzo. Firmato Osso w. Bingo,
presidente del miliardo di cani contrari alla guerra. Bau.

Al presidente George W. Bush
Casa Bianca
Washington (Usa)

Gentile signor Bush,
questa lettera è idealmente firmata dalla stragrande maggioranza degli abitanti
del pianeta che per noi si chiama Terra, per lei Teatro delle Operazioni.
Sappiamo che lei, come molti liberisti, dice di essere maggioranza anche quando
non lo è, o lo è per un pugno di schede elettorali truccate. Ma le assicuro che
siamo più del novanta per cento, tutti contrari alla guerra. Perciò le
consegnamo questo ultimatum in 15 domande. Ha una settimana di tempo per
rispondere, dopodiché la nostra reazione sarà ferma e immediata.

  1. Ci dica i veri motivi per i quali lei vuole a tutti i costi questa guerra, e
    soprattutto chi le dà ordini. La Cia? Le sette sorelle petroliofaghe? Gli undici
    Skulls superfinanzieri? Cosa Nostra, il generale Jack Daniels, il suo papà, il
    suo commercialista? Oppure lei è solo un servo e un fantoccio nelle mani di
    Berlusconi e Previti?
  2. Lei non accetta veti Onu, rapporti di ispettori, anatemi papali e proteste
    di pacifisti, e sforna in continuazione dossier taroccati. Insomma, se ha
    già deciso di attaccare, perché questa commedia? Lei è
    ipocrita, sadico, o solamente confuso?
  3. La sua Cia ha recentemente annunciato di aver visto da un satellite Bin
    Laden che scappava a cavallo. Saddam viene intervistato ormai anche da
    Sorrisi e Canzoni. Come mai soltanto i vostri agenti segreti non riescono
    a avvicinarsi ai vostri nemici? Questione di timidezza?
  4. Ci dia l’elenco dei prossimi paesi i cui armamenti la turbano
    preventivamente. La Corea, la Cina, Cuba, le Dolomiti? Ce lo dica adesso,
    così noi prenotiamo la vacanza.
  5. Ci spieghi, nel trentennale del golpe in Cile, la differenza tra un tiranno
    armato pericoloso e un tiranno armato innocuo.
  6. Ultimatum è una parola di derivazione latina, come più o meno
    latini sono i suoi alleati Aznar e Berlusconi. Le uniche azioni operative che
    hanno intrapreso insieme sono state la fuga dai giudici e il matrimonio
    miliardario di Aznar junior, ovvero l’Oscar della burineria del secolo.
    Come parteciperanno allo sforzo bellico? Li obbligherà a fare sul serio?
    Regaleranno orologi d’oro a ogni marine che ammazza dieci nemici?
    Bombarderanno Baghdad di bomboniere?
  7. E’ vero che ha promesso un quarto del petrolio iracheno a Tony W.
    Blair? Ed è vero che ha anche promesso a Berlusconi un milione di galloni
    e lui le ha risposto che preferiva dei tacchini?
  8. I presidenti Usa troppo intraprendenti o che possono disturbare le manovre
    della Cia, vengono ammazzati dalla Cia stessa. Lei è il vero capo della
    Cia o quelli della Cia la considerano troppo cretino per disturbarli?
  9. Il suo esercito è cento volte più forte di quello di Saddam.
    Sarebbe così pettinato e arrogante se i vostri eserciti fossero pari? Lei
    ha parlato ultimamente dello spirito del West. Ma i pistoleri si affrontavano
    almeno uno contro uno, in fessissimi duelli. Lei assomiglia al latifondista che
    assolda cento pistoleri per far fuori un solo fetentissimo bandito. Il western
    non le insegna che il fetentissimo bandito alla fine può farci una figura
    migliore?
  10. Lei è un depresso megalomane alcolista. Queste persone meritano
    normalmente tutto l’aiuto possibile. Ma lei è un depresso
    megalomane alcolista con in mano la valigetta della distruzione nucleare.
    Essendo il suo caso anomalo e delicato, perché non si fa curare da uno
    psichiatra, magari su un lettino radioattivo?
  11. Lei ha dichiarato che prima di prendere una decisione importante sulla
    guerra, va a spasso col suo cane e si chiarisce le idee. Lo fa:

    1. perché tanto il suo cane non la ascolta?
    2. perché lei non ha un cane che la ascolti?
  12. Lei ha recentemente redarguito alcuni intellettuali americani che le avevano
    attribuito la sindrome di Hitler. Non siamo d’accordo con loro. La Polonia
    era vicina, l’Iraq è lontano. Lei spende sicuramente di più.
    Quanto?
  13. Lei ammazzerà come al solito un mucchio di civili, ma è
    già lì che eufemizza e minimizza, parla di armi superintelligenti,
    nuovi sistemi di puntamento e soprattutto di armi nucleari
    «limitate». Ci spiega cosa sono queste nuove atomiche a gittata
    federalista e regionale? A cosa somigliano? A uno scaldabagno di Bergamo? A
    Borghezio caricato a lenticchie e purganti?
  14. Dov’è finita la storia dell’antrace? E le navi irachene
    piene di armi chimiche in giro per i mari? E il mullah Omar? E la plastica
    facciale di Bin Laden? E le torture ai prigionieri? E lo scandalo Henron? E le
    sue società a metà con gli arabi? E i rapporti Cia prima
    dell’undici settembre? E i rialzi in borsa pilotati? E cosa ha chiesto
    davvero all’Italia? E dov’è finita la sua cravatta rosa dopo
    che il manifesto ne ha parlato?
  15. E’ vero che l’ultima volta che si è confessato il
    reverendo Bill Hook, un prete nero di cento chili, l’ha centrato con un
    diretto destro attraverso la grata?

Caro presidente, ha una settimana per rispondere. Allo scadere
dell’ultimatum non bombarderemo né cancelleremo lei o il suo
popolo. Sappiamo che questo per lei è bizzarro e incomprensibile, ma
è così. Non tema il nostro odio e disprezzo, reazioni possibili ma
sterili. Tema l’impegno e la promessa che noi ricorderemo per lungo,
lunghissimo tempo, ogni inutile e evitabile sofferenza che lei avrà
inferto al mondo. Questo vale anche per il suo detestabile nemico, ma cento
volte di più per lei perché lei è cento volte più
potente e avrebbe cento strade diverse da prendere. Questo impegno e giuramento
di non dimenticare, ha cambiato e può cambiare la storia esattamente come
le sue armi.
Non aspettiamo una sua risposta scritta, ma le sue azioni.
Cordiali saluti, gli abitanti del Teatro delle Operazioni.

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