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Ragazzi, che grinta il Tg 1!

Abbiamo visto una trasmissione, dedicata ai ragazzi, che spiegava cos’è un giornalista parlamentare. È un lavoro durissimo, diceva il commento, che si svolge in tre trincee: la sala stampa, il corridoio del transatlantico e la buvette, che non è una ballerina francese, ma un bar dove si consuma a prezzi modici. Qua la telecamera mostrava politici e giornalisti che con cinquanta lire di brioche e cento di caffè si tirano su senza dover intaccare i loro modesti stipendi.

C’era Vittorio Orefice che col solito papillon a elica di quadrimotore spiegava che il mestiere richiede coraggio e agilità. Perché il giornalista parlamentare, proseguiva il commento, è un predatore, e il transatlantico è la sua savana. Qua egli scivola come un leopardo tra i deputati, coglie al volo rivelazioni, striscia tra le correnti, azzanna gli scandali. Infatti la trasmissione ci mostrava (e vorremmo che spettacoli simili fossero risparmiati ai giovani) proprio Orefice che catturava il dc Pennacchini. Avrete visto in qualche documentario la scena del leopardo che rincorre e sbrana l’antilope. Bene, il clima drammatico era questo, anche se Pennacchini come ogni buon dc non ammetterà mai di essere un’antilope. Dunque Orefice, roteando il papillon, ha azzannato Pennacchini, l’ha steso in poltrona, e l’ha messo alle corde con domande graffianti del tipo «ma allora c’è un margine?» e Pennacchini «non sono tenuto a dirlo».

Mentre Orefice faceva confessare a Pennacchini trent’anni di malefatte dc, il commento spiegava che cos’è una velina e come da anni, ormai, sia caduta in disuso. Era l’ora dei ragazzi, capite, e le favole piacciono ancora. Insomma, si è spiegato bene ai giovani perché la Tv è così aggressiva, perché tira fuori uno scandalo di governo al giorno e perché i partiti temono la sua zampata da leopardo.

Prendete l’ultima crisi: l’aggettivo che più si sentiva in giro era «pressante». E infatti la Tv ha incalzato, scovato e morso senza sosta. I giorni delle consultazioni il Tg 1 diceva ogni tanto: aspettiamo a dare notizie in quanto Andreotti è ancora chiuso dentro con i socialisti (magari mentre si aspetta, si può parlare di cosette tipo che ne so, i contratti. Macche: notizie estere).

Poi un nuovo collegamento, però purtroppo Andreotti adesso è chiuso dentro a chiave con i socialdemocratici. Ed Emilio Fede a Fava: «non puoi almeno guardare dal buco della serratura e dirci cosa fanno? Per carità, la politica è cosa privata». A fine Tg 1, gran sorriso di Nuccio che dice «ancora un minuto, perché Andreotti si è chiuso dentro con Zanone e non riescono più ad aprire». Poi, finalmente, le notizie.

Davanti a quaranta microfoni, coi giornalisti che si accalcano e spintonano, in una contraerea di flash, arriva Zaccagnini e dice che loro hanno fatto tutto il possibile ma il Pci non vuole. E dire che la Dc aveva un programma toccasana per l’Italia, non un programma che milioni di lavoratori rifiutano. Poi arriva Berlinguer, funereo, che dice che non ci siamo (ma dove siamo stati fino ad adesso?). E va a farsi il suo comitato.

Arriva Craxi che, tutto allegro, trilla che ci sono delle cose nuove e che lui dovrà riferirlo al suo partito. Per favore, le dica anche a noi, ci viene da gridare. Macché: va a chiudersi dentro anche lui. Per fortuna arriva davanti ai microfoni il trio repubblicano e uno scorda tutto: il virus di Napoli, Catanzaro, le centrali nucleari.

Cosa ci può essere di pressante e urgente nel nostro futuro, se possiamo ancora vedere tutti insieme Biasini, La Malfa e Spadolini? Cosa c’è nel paese che possa turbare l’immagine di bovina serenità del senatore Spadolini, la mortadella più intelligente d’Europa, o la fissità preistorica di Tartarugo La Malfa? Il trio dichiara, e si va a riunire in cripta. E noi telespettatori ci becchiamo anche Longo. Il quale con lo sguardo a due canali e quarantadue pollici e la testa noleggiata all’isola di Pasqua dice che l’economia italiana va salvata, e si chiude in riunione Psdi coi vari Preti Ferri Valsecchi appena assolti dagli scandali e truffe petrolifere.

Dopo aver ibernato in quattro frasi celebri tutti i problemi italiani, i partiti si ritirano, chiudono la porta e l’informazione sta fuori, ad aspettare gli ordini e le videocassette, perché le veline, come sapete da qualche anno non ci sono più.

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