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Droga di Casanostra

Noi di Casanostra delle Libertà, visto il miserevole stato
in cui il paese versa per l’abuso di droghe e di crimini ad esse
connesse, proponiamo il seguente disegno di legge.

Comma uno Da oggi le droghe leggere sono equiparate alle
droghe pesanti, poiché un etto di marijuana non solo pesa quanto
un etto di eroina, ma, occupando più spazio, risulta molto più
pericoloso.
Chi verrà perciò trovato in possesso di qualsivoglia droga,
nonché di qualsifumi, qualsisiniffi e qualsinietti droga, verrà
punito con la reclusione da quattro a quarant’anni.
Da questa pena sono esentati:
a) i cocainomani con reddito superiore ai dieci miliardi.
b) coloro che venissero trovati in possesso di droga a un party a
cui siano presenti esponenti della maggioranza, per evitare
speculazioni giornalistiche.
c) coloro che pur possedendo tutti i sintomi della
tossicodipendenza (agitazione psicomotoria, tendenza a
contraddirsi, scatti di aggressività e delirio persecutorio) non
siano immediatamente diagnosticabili entro tossicosi standard,
ovvero tutti i casi in cui sia impossibile risalire alla droga
scatenante. In questa lista, detta della «tossicorogatoria», sono
compresi oltre al presidente del consiglio, gli onorevoli Bossi,
Fini, Buttiglione, Vito, Pera, Storace, Gasparri, Castelli e
quanti altri riterremo opportuno.

Comma due La legge non perseguirà i mafiosi spacciatori
di droga in quanto preferiamo avere a che fare con persone che
conosciamo bene piuttosto che con nuovi inaffidabili spacciatori
quali i venditori di oppio talebano, la triade cinese, e la mafia
russa.

Comma tre Verrà istituita una commissione di controllo
etico che punirà severamente chiunque faccia pubblicità alle
droghe o inciti al loro uso. Detta commissione sarà guidata da
persone altamente competenti nel settore, quali il ministro
Lunardi, esperto in buchi, il ministro Sirchia, esperto in
sovradosaggio di lassativi e l’onorevole De Michelis, ex-rasta.
Non verranno censurati solo i testi giornalistici o teatrali, ma
soprattutto i testi scolastici, intossicati da anni di droga
culturale marxista. A tal proposito abbiamo già scoperto e
espulso dai programmi i seguenti testi:
Alighieri Dante, la cui «Divina Commedia» inizia con i versi «Nel
mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai in una selva oscura».
Evidente riferimento al viaggio di un tossicomane nel tunnel
della droga, non per nulla chiamato inizialmente «inferno» e alla
fine «paradiso».
Manzoni Alessandro (che Storace ci segnala come figlio
illegittimo) il quale nel suo romanzo «I promessi sposi»
esordisce con le parole «quel ramo del lago di Como», chiarissimo
invito alla coltivazione di marijuana in ambiente lacustre.
Grazia Deledda, altro Nobel mal attribuito come quello di Fo,
autrice di un ambiguo «Canne al Vento».
Giovanni Pascoli (che Storace ci segnala come sospetto
omosessuale) che in una lettera asserisce «nulla rimpiango della
mia terra natìa, quanto la piadina con le erbe».
Giacomo Leopardi, che nel brano rock «L’Infinito» descrive
sensazioni da assunzione di Lsd.

Comma quattro Questo codice di comportamento verrà
applicato con particolare severità al servizio pubblico
televisivo. E’ sospeso da subito il programma dal titolo
ammiccante «Il fatto di Enzo Biagi». L’annunciatrice Maria
Giovanna Elmi dovrà cambiare il nome in Aspirina Elmi. Per
analoghe motivazioni è sospesa ogni trasmissione di Michele
Santoro, in quanto il conduttore usa spesso la locuzione «mi
faccio carico», espressione gergale e coatta la quale, come ci ha
spiegato l’onorevole Dell’Utri, significa «drogarsi molto,
caricarsi di forti quantità di droga». Essendo dotate di
meccanismi etici autocorrettivi, da questo decreto verranno
escluse le reti Mediaset che potranno tranquillamente trasmettere
film come Pulp Fiction, a patto di sottotitolarli con la frase
«non è vero niente».

Comma cinque Per impedire i ben noti abusi commessi dagli
spacciatori di Metadone, il servizio antidroga verrà
nazionalizzato. Verranno create case di disintossicazione
Finivest, con rette accessibili a tutti, personale qualificato e
la possibilità di trasmettere la vita dei tossicodipendenti in
diretta (il programma si chiamerà «Il Grande Spinello»)
garantendo loro un avvenire nello show.

Con questi provedimenti pensiamo di aver inferto un durissimo
colpo al mercato della droga, senza minimamente favorire gli
interessi di qualcuno. Abbiamo altresì risposto a tutte le
domande che turbavano gli italiani, meno che a una: dove
finiscono i milioni di miliardi dell’industria della droga, in
quali attività, in quali banche, in quali affari «puliti» si
riciclano? Ma a questo non possiamo rispondere, perché quando
l’eroina diventa danaro si redime, si nobilita, e i drogati
diventiamo noi: non ne possiamo più fare a meno.

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