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Come ti incretinisco il pupo

Il Natale è la festa dei bambini. Lo hanno deciso i grandi e non c’è niente da fare. Quest’anno sullo schermo e nei negozi di regali ci sono molti nuovi eroi televisivi. Anzitutto, l’onnipresente Heidi, bambina alpina svizzera con nonno ruspante. Molti bambini inscatolati nelle città e confinati nei giardinetti sono attratti da questa fortunata svizzerotta che scorrazza per i pascoli, respira barili di ossigeno e saltella tra schiere di mucche senza mai sprofondare in una bovazza.

È così «piccola e tenera» dice la canzone, brava, casalinga, sincera e neutrale che si capisce perché poi tutti esportano i capitali in Svizzera. Insomma, è così insulsa e strappalacrime, che non si è potuto far di meglio con intere generazioni di forzati canterini dello Zecchino d’oro, di pupazzi dell’era Bernabei e dei servizi elettorali dc di radioselva.

La bambina alpina sembra uscita da un copione a quattro mani scritto da Ines Boffardi e da Pedini, tutti ispirati dopo una gran mangiata di fonduta. In una storia recente mandano Heidi in città dove diventa grande amica di Clara, una bimba «dolce e infelice» che vive su una sedia a rotelle. Ma nella città Heidi non sta bene: soffoca. Allora un dottore previdente, invece di darle le punture di Acutil, la rispedisce in montagna, alla faccia di tutti i bambini che non hanno un nonno sopra i duemila metri.

Qua c’è il pastorello Peter contento del poco che ha: un cappello da fungo e una nonna cieca. I due, oltre a piangere in continuazione, fanno tante buone azioni: raccolgono gli uccellini zoppi, aggiustano i daini e carburano le capre, il tutto mangiando quantità industriali di latticini e dicendo «che buono, che fresco» tanto che si ha il dubbio che il programma sia sponsorizzato dalla mucca Carolina.

Per farla breve, dopo una indigestione di panna, lacrime, riparazioni di animali, spazi azzurri e caciotte, succede che Heidi decide di restare per sempre nelle montagne. Tanto ormai tra film su di lei, videotape, figurine, decalcomanie, bambole, costumi e dischi, può anche non lavorare per il resto della vita. La troveremo tra dieci anni proprietaria del Ristorante Heidi, specialità Fonduta alla Peter, mentre la baita del nonno è diventata la cabina di partenza di una funivia a 3 mila posti all’ora. Con grande gioia della Uhrebernebenrechte Gmbh Merchandising München Kg (sigla di Pedini e della Boffardi), titolare dei diritti d’autore per il mondo. Alla fine della storia, naturalmente, Clara, dolce come uno strudel e infelice come Ugo La Malfa, è stata intanto guarita miracolosamente dalla forza dell’ amore e dalla volontà di Heidi.

Per i bambini che continuano a collezionare figurine e a respirare l’aria svizzera d’importazione della Roche, non c’è però solo Heidi. Se Heidi-bimba-cretina piace tanto alla Boffardi, Ufo Robot-uomo-guerriero piace tanto al generale Dalla Chiesa. Invece della genuinità svizzera, la tecnologia giapponese. Anche qua videotape, dischi, astronavi spaziali, armi e pupazzi alti un metro e mezzo da lire novantamila. Il generale li ha tutti e si diverte un mondo.

Contro questa invasione di regali natalizi esteri noi ci dobbiamo difendere con gli eroi nostrani. Dalle scatole gioco di Scommettiamo e Portobello, Tortora e Bongiorno invitano a divertirsi con loro. C’è anche la scatola di Domenica in… e la scatola del mago Silvan e di Tony Binarelli che vi insegnano a ipnotizzare il gatto e a segare in due lo zio. Buon Natale.

È ovvio che la televisione crei dei personaggi, come è ovvio che non tutte le trasmissioni tv per i ragazzi e sui ragazzi sono di questo tipo. Ma è proprio inarrestabile il giro di miliardi che lega la Rai alle ditte di giocattoli e figurine, alle case editrici e discografiche, per cui si cerca sempre di lanciare non il personaggio più intelligente o la trasmissione migliore, ma ciò che è più sfruttabile commercialmente.

Ed ecco la Tv e i giornali fiancheggiatori sfornare concorsi, copertine, slogan, bombardare finché il bimbo non è cotto a puntino. Guai a pensare che si scelga da solo i suoi eroi! Cosa serve fare Adolescenza, intervistare i ragazzi, avvicinarsi alla loro intelligenza se, dopo, non facciamo che propagandargli una bimba cretina, un robot militarista e i dinosauri del quiz?

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