skip to Main Content

Caltagirone è un elfo?

Succede anche tra le 7.256 ore all’anno che la Tv ci regala, che ce ne siano alcune che riguardano problemi reali e cose che ci toccano da vicino. Un esempio: giovedì sera, alle 22, uno speciale del Tg 1 sul problema della casa. L’ora era buona, dopo Scommettiamo? e, anche se la casa è un bene superfluo e non una necessità sociale come la cabina da quiz, qualcuno dei venti milioni di cloroformizzati da Mike sarà pur rimasto davanti al video.

Ed è successo quello che spesso accade quando sul video c’è un problema sociale vero, bruciante, che la televisione dovrebbe far discutere, tener desto, e non addormentare.

C’erano dei dati: e bastavano per far capire la drammaticità della situazione. C’erano alcune immagini, come l’impiegato del catasto che si aggira in uno stanzino zeppo di quintali di pratiche, come un pompiere tra le macerie, o la visione di una borgata abusiva romana, che parlavano da sole.
Ma il commento e le interviste vagavano nell’indefinito. La «giungla degli affitti», questo il titolo del programma, è una giungla misteriosa. Sono successe delle brutte cose, ma non si sa perché non si sa chi è stato.

Mancano in Italia dodici milioni di stanze. Una giovane coppia su cinque non trova casa. Questo è il frutto, dice il commento, di scelte sbagliate. Di chi? chiedono i telespettatori più curiosi. Sembra degli albanesi, rispondono i più smaliziati. Il tredici per cento delle case è vuoto. Di chi sono le case disoccupate? Dei disoccupati? Dei muratori testardi che continuano a non restaurare le loro ville del Quattrocento? E le ville di lusso, in collina, al mare, che il programma non mostra, come sono nate? Da una situazione di grande squilibrio nei redditi, la cui causa è attribuibile ai servizi segreti portoghesi, o al fatto che l’edilizia di lusso è andata avanti sempre a gonfie vele per favorire gli interessi dei mormoni?

A Roma, dice il servizio, ci sono 830 mila abitazioni abusive, nate dalle speculazioni di alcuni personaggi. Chi? Topolino? Nembo Kid? Cavour? I palazzinari romani, di cui non si fa cenno, come delle speculazioni mafiose nel sud o delle truffe in Friuli e nel Belice, sono realmente esistiti, o sono una leggenda popolare? Caltagirone è un elfo? Mistero.

Andiamo con le interviste. Manca il Sunia e l’Unione inquilini, c’è però il sottosegretario Elleelle Pipi Padula, il quale dice che ci sarà da parte del governo, sembra quello italiano, forse una legge, pare per le giovani coppie, di credito agevolato agganciato al reddito. Poiché le giovani coppie sono disoccupate, il reddito non c’è, non si può agganciare da nessuna parte, e il problema è risolto.

Poi si dice che ci saranno presto 200 mila sfratti. Dove andranno queste persone? Nessuno lo sa. Sembra che ci debba pensare la polizia, o la Croce Rossa, comunque c’è tempo. Magari si sistemano tutti nel tinello di Padula, o allo Studio 1, o in una di quelle belle case della pubblicità dove i pavimenti brillano e le nonne cantano. Non si parla, per fortuna, dei nobili romani che vivono in duecentoventi stanze (demagogia), o degli enti religiosi che vendono a tutto spiano i loro immobili pur di non darli alle Regioni (l’ha fatto un servizio populista del Tg 2), o che il Vaticano è padrone di mezza Roma (anticlericalismo).

Nella giungla misteriosa non ci sono bestie feroci: è tutta questione di sfortuna. C’è anche un avvertimento: la casa costerà di più, bisognerà sacrificare altre voci. Con queste parole, che evocano nello spettatore l’immagine orrenda dei ricchi e poveri sgozzati sopra un altare propiziatorio, la trasmissione finisce. Poco prima il Tg 2 aveva dato notizia delle truffe Sip, su cui aspettiamo grandi servizi.

Sappiamo che parlare di queste cose come la casa, le bollette e l’aria che respiriamo, non può risolvere i veri problemi del paese, come il fatto che la Carrà dopo ogni ballo abbia sempre il fiatone. Però, speriamo, che sia oggetto di sempre maggior interesse nella Tv riformata. Speriamo che, un giorno, nel salotto buono di Costanzo, capiti un terremotato del Friuli a rispondere alla domanda «cosa c’è dietro l’angolo» che lui, intanto, sarebbe già contento di vedere l’angolo.

Back To Top