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Videoladen & Warbush

Non possiamo svelare il nome di chi ci ha rilasciato questa
choccante intervista, che getta una luce completamente nuova
sulla guerra attuale. Lo chiameremo signor Emmeemme, Mystery Man,
e diremo solo che, dopo molti anni trascorsi negli Usa e in
Sudamerica, vive ora in un paesino del sud Italia, sotto mentite
spoglie. Lo incontriamo sulla piazzetta del paese, con un gelato
al limone in mano, e questa è la registrazione integrale delle
sue dichiarazioni.

Signor Emmeemme, perché si è deciso a parlare ?

Perché prima della Cnn voglio raccontare a voi, che siete
il giornale più ricco e potente dell’occidente, la verità su bin
Laden.
Grazie di averci scelto. Vuole presentarsi?

Ho sessant’anni. Mi sono laureato in spionaggio, una
laurea di copertura, e sono entrato nella Cia a trent’anni. Ho
lavorato in Italia e nei paesi sudamericani. Negli anni novanta
sono entrato nel progetto Devil.
Ci vuol spiegare in cosa consisteva?

Sì. L’amministrazione Usa si era ormai resa conto che le
prospettive del mondo guidato dalla nostra superpotenza, erano
ormai in crisi. La cosiddetta modernità si stava rivelando un
motore di arretramento civile e sociale. L’economia era sempre
più scontro di pescecani, l’ambiente degradava, i media non
informavano più, Internet era un arma a doppio taglio, tutto
tendeva verso un futuro misero e depresso, con imminenti rischi
di recessione e collasso ecologico. Si rischiavano quindi
rivolte, movimenti di opposizione e una contestazione globale del
nostro meccanismo di potere. Per coprire tutto questo ci voleva
un diavolo.
Un diavolo?

Sì, un nemico. Qualcosa che, come e più della guerra
fredda, gettasse nel panico la gente, la ipnotizzasse e la
spingesse a delegare ogni libertà e decisione.
Avrebbero attribuito al diavolo le responsabilità di una
delusione ormai evidente: cioè che la new modernity si era
tramutata in un evo di cavernicoli avidi e depressi. I popoli si
sarebbero stretti impauriti intorno ai loro governi, i movimenti
di opposizione sarebbero stati stritolati tra due nemici
simmetrici. I media televisivi avrebbero recuperato l’importanza
che andavano perdendo ogni giorno. Avremmo avuto oleodotti
sicuri, fabbricanti di armi soddisfatti, e soprattutto ogni
discorso riguardante l’ambiente, la giustizia e la democrazia
interna, sarebbe diventato secondario rispetto al problema della
guerra vera o virtuale. Era un meccanismo vecchio, ma con i nuovi
mezzi diventava infallibile. Però ci voleva una guerra non
sporadica, non tra piccole etnie africane o con poco spettacolari
sgozzamenti di donne e bambini. Una vera guerra eterna tra Bene e
Male. Per questo nascemmo noi del Devil Department: per creare
nemici all’Umanità.
Ma qualcuno c’era già, pronto per l’uso.

Sì. Infatti ci andò subito bene con Gheddafi e Khomeini, tanto
per preparare il terreno. Poi scegliemmo Saddam. Bastò ritoccare
un po’ le sue biografie. Era abbastanza sanguinario e tiranno da
funzionare per qualche anno. Poi venne Milosevic. Ma anche lui
non poteva durare a lungo. Intanto però non eravamo rimasti con
le mani in mano, e avevamo creato il primo V-Devil, diavolo
virtuale, ovvero Osama bin Laden.
Ma Osama bin Laden non è una persona vera?

No, è una sigla. Il vero Osama bin Laden è morto quindici anni
fa, nel suo periodo da playboy, per un’indigestione di ostriche.
Studiando la sua biografia, capimmo che era l’uomo adatto per
essere devilizzato. Ci fu un incontro tra Cia e servizi segreti
di altri paesi, non posso dire quali. Preparammo un piano di
finanziamento dell’operazione con varie banche e holding. Poi
scegliemmo un attore per impersonarlo. Non fu facile. Provammo
con De Niro, con Jeff Goldblum, anche col vostro Franco Battiato.
Alla fine scegliemmo un attore napoletano Gennaro Cannavaro,
detto ‘oSamammeta. Aveva fatto il pizzaiolo a Marrakesch e
parlava perfettamente arabo. Con barba e abiti adatti, si rivelò
subito perfetto. Tutta la campagna contro la Russia fu svolta da
lui, sotto le nostre direttive.
Ma i campi di addestramento? E al Qaeda?

All’inizio li finanziammo noi. Poi quando la Russia se ne andò,
li lasciammo prosperare. Dovevamo creare un vero pericolo: alcuni
servizi segreti rettilinei (così chiamiamo i servizi segreti
non-deviati) ci spiavano. Sospettavano che tutto fosse una nostra
operazione da quando avevano intercettato il falso Bin che
cantava «’na sera ‘e maggio» al cellulare.
E poi?

Poi iniziammo con i primi attentati. Era nostra intenzione tenere
sotto costante controllo il panico internazionale, e il fanatismo
islamico. Erano previsti picchi di paura e guerra ogni due anni.
Ma a questo punto la situazione ci scappò di mano. Qualcuno
iniziò a agire fuori dal nostro controllo, con attentati non
previsti. Intanto il falso bin iniziava a tradirsi, era stanco
della recita e chiedeva di tornare a Castellammare. Allora lo
eliminammo. Ma prima girammo duecento ore di pellicola con
interviste, proclami, immagini, discorsi, da trasmettere
integralmente o con modifiche digitali.
Volete dire che bin Laden è un’immagine virtuale?

Sì, era una serie di video controllata da un computer del
Pentagono, ogni tanto ne diffondevamo qualcuno. L’ultimo proclama
che avete visto ne è un esempio. Lo girai io stesso due anni fa.
Le rocce, come qualcuno ha scoperto, sono di polistirolo, Osama
Cannavaro, se guardate bene gli occhi, sta leggendo un cartello
scritto, e la barba è un po’ scollata.
E avete diffuso voi questo filmato?

No, ecco il problema. Ai primi di settembre accade qualcosa di
misterioso. Il computer centrale perde improvvisamente il
controllo della programmazione di Videoladen. Partono ordini non
previsti dai suoi settanta cellulari. Pensiamo a un errore di
programmazione del computer, ma il nove settembre da una
parabolica in cima al Pamir, parte un filmato di Laden con
messaggi in codice per i terroristi. Non riusciamo a decifrarlo
in tempo, ed ecco l’attacco alle Twin Towers.
E a questo punto non potete fermarlo?

No. L’aereo che colpisce il Pentagono distrugge anche il sistema
di computer che controlla il Laden virtuale. Non sappiamo chi sta
trasmettendo le immagini attualmente diffuse, potrebbe essere il
computer impazzito o qualcuno che ne ha preso il controllo. Le
immagini le abbiamo girate noi, ma l’effetto che producono è
ormai fuori da ogni nostro volere o previsione.
E i taleban? E il mullah Omar?

I taleban sono veri, il mullah Omar invece fu sottoposto a ipnosi
dal nostro Trance Command. Obbedisce ai messaggi di bin Laden e
può essere disattivato solo pronunciandogli la password
«salsiccia». Purtroppo non risponde più al comando.
Allora la soluzione è semplice. Sospendete i bombardamenti, e
nessuno potrà mandare in onda filmati dove il falso Laden incita
alla guerra, così si scoprirà il trucco.

Non è così semplice. C’è un secondo problema, l’operazione Five
angels.
Un’altra idea vostra?

Esatto. Mentre noi preparavamo il Diavolo, un altro ramo della
Cia preparava l’Angelo, ovvero il presidente degli Stati Uniti.
Proteggere i presidenti Usa da attentati terroristici, congiure
Cia e sparatori pazzi, è un lavoro difficile e costosissimo. E
poi bisogna ogni volta rivotare e sostituirlo. Allora abbiamo
pensato di clonarlo e costruire cinque presidenti, i Five angels.
Morto uno, è subito pronto l’altro.
Ma è mostruoso.

Mostruoso forse, ma funzionale. Abbiamo inserito nel computer le
richieste e le aspettative dei cento uomini più ricchi e potenti
di America, nonché di esperti di comunicazione e stilisti. In
base a questi dati abbiamo miscelato il Dna e abbiamo costruito
cinque Clinton cyberbiomodificati. Non era proprio il soggetto
ideale, un po’ troppo liberal, ma era un esperimento iniziale.
E chi è stato eletto?

E’ stato eletto il vero Clinton. Poi ha tentato di avviare un
discorso sul disarmo e l’abbiamo sostituito col primo clone,
Clintone, Clinton one. Era la versione War and Smile, guerra e
sorriso, ma aveva un difetto di fabbricazione, gli avevano messo
troppa libido nel file dello smile, ha cominciato a rincorrere le
stagiste. Avendo inserito anche un file di autocontrollo morale,
il povero Bill è caduto in contraddizione genetica, ha cominciato
a fare sesso a metà ed è esploso per lo stress. Lo abbiamo
sostituito con Clintwo, Clinton due, fino alla fine del mandato.
Quello che gira adesso è Clinton tre, versione pensione. Ne
abbiamo ancora due in un hangar della Nasa.
E dopo?

E dopo i computer hanno detto che il nuovo presidente Usa doveva
soprattutto possedere una dote: non essere troppo intelligente.
Avete clonato cinque Bush e Gore in versione stupida?

No, erano già sufficientemente stupidi in partenza. Diciamo che
abbiamo valorizzato questo loro talento genetico.
E perché avete scelto Bush?

I cloni di Gore, per un errore del sistema di bio-coltivazione,
erano venuti male, tutti di pelle nera. Quelli di Bush erano
perfetti.
E il vero Bush?

Il vero Bush è morto due anni fa mentre giocava a golf, in un
attentato di Videoladen. Quello che avevamo eletto era Bush
three, il più malleabile e gradito ai petrolieri.
Ed è quello che governa adesso?

No. Purtroppo Bush three è rimasto distrutto nell’attacco al
Pentagono, insieme all’uno, al due e al quattro. Restava solo il
cinque. Putroppo il cinque è il Warbush. E’ un clone speciale da
guerra, programmato con l’aiuto nella Lockeed e della Northrup.
Non ha programmi di pace in memoria, è inserito nello stesso
sistema di computer che controlla il falso Laden, ed è
impossibile fermarlo.
Vale a dire?

Che funziona solo in tempo di guerra, e per autoconservazione
farà di tutto per andare fino in fondo. Questa favorirà messaggi
automatici e simmetrici da parte di videoLaden.
Se non sbaglio, allora, siamo in una specie di videogioco in cui
le regole sono già dettate e il finale è la distruzione.

Esatto. Si sale di livello in livello fino alla distruzione del
boss finale. Anche un bambino lo sa.
E quale è il rimedio?

Bisognerebbe spegnere il videogioco. Ma noi non sappiamo più chi
lo comanda e chi ha in mano la consolle, se un computer impazzito
o un clan di fanatici islamici, o un traditore Usa, o qualche
pool di servizi segreti, o la mano di Dio.
E allora?

Allora, l’unica via di uscita è accorgersi di essere schiavi di
un videogame. Non farsi ricattare dal panico e non accettare una
gestione militare del mondo. Capire che non c’è solo un diavolo,
ma mille diavoli, e alcuni rodono anche la democrazia del vostro
paese. Che non ci sono solo i bioterroristi, ma anche quelli che
vendono e costruiscono le armi biologiche. Che Cosa Nostra non è
meno pericolosa di al Qaeda. Non è facile, ma in tanti lo stanno
capendo. Stavolta la storia del diavolo e degli angeli funziona
meno del previsto. Avevamo già due diavoli nuovi in lavorazione.
Han Ping, il drago cinese, e poi Hagrafartatharth e le sue
astronavi gioviane. Ma la Cia ha bloccato i fondi.
Immagini virtuali, cloni, recite mediatiche. Ma c’è qualcosa di
vero in questa storia?

I morti e il dolore sono sicuramente veri. L’odio dei fanatici è
vero. Gli interessi economici sono veri La spaccatura tra paesi
ricchi e poveri è vera. I mercanti di armi sono veri. La
corruzione del sistema finanziario è vera. I diavoli che
sostengono Videoladen sono veri.
E in Europa? Veri o finti?

Blair è vero, ma ha subito un lifting genetico. Era troppo
mollaccione, lo abbiamo rinforzato con cellule di marines,
purtroppo per errore gli abbiamo inserito anche una cellula di
rothwailer. Questo lo rende spesso aggressivo, e deve avere
sempre intorno una scorta che gli impedisca di inseguire i
gatti.
E Berlusconi?

Intervenimmo anni fa sul suo patrimonio genetico. Non fu facile,
ha settantasette avvocati in mezzo alle cellule per difenderlo.
Accettò di farsi modificare per diventare più alto. Purtroppo ci
fu un sabotaggio. Diventò un metro e ottantacinque ma comunista.
Per fortuna avevamo fatto un clone, Berlusconi due, che è quello
che vi governa adesso.
Lo controllate con un sistema di computer della Nasa?

No, lo controlla direttamente Bush con un telecomando da trenino.
Ogni tanto si diverte a farlo picchiare negli spigoli. Non ci
vuole molto a farlo obbedire. E adesso basta con questa
intervista.
E’ stanco?

No, sono un bio-replicante a scadenza, modello Yogurt 676, che
alcuni scienziati onesti hanno programmato per dare informazioni
in caso di incidenti nocivi, come questo di Videoladen e Warbush.
Mi sto spegnendo e mi resta un filo di energia, meno del
pacifismo dei diesse.
La prego, ci dia ancora qualche chiarimento.

No. Dovete farcela da soli. I diavoli non sono veri, li avete
inventati voi. Tocca a voi credere anche ad altre divintà. Quelle
del dialogare, del costruire, del ricominciare, dello sperare e
del non delegare. E adesso la mia ora è giunta. Ho visto cose che
voi umani nemmeno immaginate….
Lo so…. le navi di Orione al tramonto…

No. Ho visto la legge sulle rogatorie del parlamento italiano. Ho
visto il Nobel per la pace a Kissinger. Ho visto Saddam dire che
lui non c’entra. Ho visto bombardare la Croce rossa. Ho visto
Vespa…
Un’ultima domanda, per favore.

Questo programma verrà terminato e tutte le applicazioni andranno
perse. Paghi lei il gelato. Addio Samantha…

Con queste ultime parole , il signor Emmeemme, proprio sotto i
nostri occhi, si è liquefatto in un rivolo argenteo ed è
scivolato fino al mare. Che ci crediate o no questa è le
registrazione integrale della conversazione, ed è vera e
verosimile. Gli Usa hanno pagato un equipe di registi e
sceneggiatori per prevedere gli scenari futuri. Beh, a noi gli
sceneggiatori americani, come si usa dire nel Nebraska, ci fanno
una pippa.

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