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Urne rosse

Caro direttore, sono il neuropremier Silvio, e le scrivo perché, come
sempre, ho ragione. Mi avete sfottuto quando dicevo che c’era un regime
persecutorio contro di me, ed ecco la prova. In Italia anche il voto è
politicizzato. Sostenuti dallo strapotere bolscevico dei media, migliaia di
comunisti, mimetizzati tra i cittadini, hanno approfittato del test elettorale
per sabotarmi e criticarmi. Perseguirò penalmente ognuno di loro. La
maggioranza parlamentare è salda e incrollabile, ma se si continua a
ostacolare il governo con queste sterili e inutili votazioni come andrà a
finire? Io ho chiesto la fiducia, ma per una cosa seria come il latte, alimento
vitale di ogni bambino italiano anticomunista, mica per una provincia qualsiasi.
Quindi le ripeto, direttore, che è necessaria una riforma della
costituzione. Il cancro non è solo nella magistratura, ma esso si annida
nell’urna, fonte di velenose contrapposizioni e di instabilità
politica. Perciò proporrò alcuni lodi.

Lodo Scajola. Qualsivoglia, anzi qualsivoglio sia il risultato delle elezioni,
sarà Scajola a assegnare i seggi non in base ai voti, ma al suo
riconosciuto criterio di obiettività. Porremo naturalmente dei paracarri
democratici a questo giudizio. Per diventare sindaco bisognerà avere il
venti per cento dei voti se si è di Forza Italia, oppure l’ottanta
per cento se si è comunisti. I cittadini non sono tutti uguali, come il
mio governo dimostra ogni giorno.

Lodo Bossi. In Emilia, Toscana e Umbria, il presidente della ragione
verrà scelto votando a Treviso. Questa è le vera deregulation! Inoltre
ci sarà un fotografo in ogni cabina, perché il voto è un bel ricordo da
conservare, e gli scrutatori verranno sostituiti da mucche. Le nuove
urne saranno costruite da Lunardi, con un buco sopra e un buco sotto. Su
questo ho provato a obiettare, ma Bossi mi ha zittito. Il mio destino è
passare obbedendo da un fascista americano a un fascista padano.

Lodo Pera. Qua abbiamo scatenato i nostri cervelli. Le schede saranno di
due tipi. Quella per votare il Polo sarà normale. Quella per votare
l’Ulivo sarà di centosei pagine, bisognerà compilare tutti i moduli,
risolvere un puzzle di centosei pezzi e un gioco di parole crociate. Le
sinistre sospettose e disfattiste faranno senz’alto rilevare che questa
scheda è troppo grossa per entrare nell’urna. Ma questi sono particolari
tecnici che non ci riguardano.

Lodo Previti. Ricuseremo i risultati sfavorevoli in quanto dimostreremo
che fanno parte di un atteggiamento preconcetto nei nostri confronti. Ad
esempio, perché hanno votato contro Dell’Utri solo perché porta quel
cognome? E particolare che taglia la testa al toro, perché nessuno mi ha
votato? Non è regime questo?

Lodo Mimun. Qui “lodo” non è voce del verbo insabbiare ma del verbo
lodare. Lodo, encomio e ringrazio il Tigiuno di Mimun per come ha
cercato di mascherare la mia sconfitta. Emilio Fede, incapace
filocomunista, impara come si fa informazione.

Lodo Florida. Questo l’ho imparato dai trick brothers, ovvero la
famiglia dei pataccari, Bush e fratello, che in Florida hanno tolto
dalle liste elettorali tutti quelli che avevano precedenti penali di un
certo tipo, cioè gran parte degli elettori neri o poveri che avrebbero
votato Gore. Io ribalterò la situazione. Non posso impedire di votare a
quelli che hanno precedenti penali, o si vuotano Camera e Senato. Ma
posso escludere dalla consultazione quelli che hanno precedenti
elettorali sospetti, e cioè le regioni rosse. Il loro voto non può
essere obiettivo, hanno sbagliato troppe volte. Voteranno sei volte a
testa i siciliani, e in certe zone non sarà una novità.

Caro direttore, con queste piccole modifiche risolverò il cancro che si
annida nell’urna. Pubblichi la mia lettera e segua il processo Sme, ne
vedremo delle belle. Anzitutto mi voglio mettere sul bancone del
giudici, col martello in mano, e interrogherò io. Poi voglio la
Boccassini in gabbia. Invece dei carabinieri, in aula saranno schierati
i battaglioni Folgore e Tuscania. Infine, caro direttore, le annuncio
che questo regime bolscevico e juventino di televisione e stampa mi ha
stufato. Se non volete imparare la democrazia ve la insegnerò io a
mazzate. Le annuncio perciò che, nel nuovo clima di deregulation,
l’assemblea dei redattori del Tigiuno ha eletto il nuovo comitato di
direttori. No, non il loro, il vostro. E’ formato da Michele Cucuzza e
Goku. Uno sa anche l’italiano. Lasci libera la scrivania e li accolga
con calore.

Il neuropremier Silvio Berlusconi

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