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Sarajevo domani a Milano

La serata di solidarietà per l’ex-Jugoslavia di domani sera a Milano (ore
20, Teatro Nazionale) non è né la prima né la più
importante nel generoso, continuo sforzo di volontariato con cui alcuni italiani
cercano di compensare la vergognosa indifferenza del governo. E’ però
importante perché giunge in un momento in cui la spinta di attenzione e
solidarietà sembra spegnersi pericolosamente sui mezzi d’informazione e
soprattutto nell’opinione pubblica.

Ci si divide ormai tra due tipi di rassegnazione: il primo suggerisce che ormai
la guerra si esaurirà per congelamento e consumazione, e quindi quale
differenza ci sarà tra centomila morti e centocinquantamila? La seconda
sostiene che, vista la difficoltà nell’assegnare il premio al più
cattivo, nel valutare le geometrie politiche e la maggiore o minore efferatezza
degli stupri, l’unico intervento realista è un’atomica sulla ex-
Jugoslavia.

In questa indifferenza, appena scossa da qualche spasmo di commozione da
telegiornale, sembra non ci sia più la voglia di chiedere ad alta voce un
impegno non solo al governo, ma alle forze che da una parte o dall’altra si
candidano a governare.

E’ un governo troppo occupato a osservare le minuscole fluttuazioni del
fortissimo marco per occuparsi della vergognosa sbracata inflazione del
pezzentissimo dinaro. Ebbene la campagna «disarmiamo l’inverno»
è una minuscola, forte campagna che vuole semplicemente aiutare i
cittadini di Sarajevo a non morire di freddo, stenti, e malattie. I suoi
volontari sono già stati nella ex-Jugoslavia, conoscono i bisogni della
città e ciò che verrà raccolto, per quanto possibile, non
finirà a marcire sui moli, sui mercatini di Zagabria o in mano alle
bande.

E’ uno sforzo di cui anche a Sarajevo, pur nella triste sensazione di sentirsi
abbandonati dall’Occidente, qualcuno si è accorto.

Nella serata di Milano molti artisti (finalmente molti, finalmente insieme)
saranno volontari al servizio dei volontari, per non lasciarli soli nel loro
sforzo. Non è un aiuto episodico: dopo Milano ci sarà sicuramente
un altro spettacolo a Roma e quasi sicuramente spettacoli a Modena e
Sarajevo.
Ringraziamo chi verrà pagando il biglietto o anche solo
portando un’offerta, o dichiarandosi disponibile a questa o altre iniziative.
Ringraziamo gli artisti che hanno accettato anche in mancanza della diretta
televisiva, condizione ormai necessaria e inderogabile dell’impegno sociale in
Italia.

Non possiamo ringraziare il comune di Milano, beatamente assente: devono aver
misurato col righello che Sarajevo è più a sud della Madonnina (ma
anche a Bologna una serata analoga con Guccini e Lolli non ebbe proprio un
appoggio entusiasmante).

Disarmiamo l’inverno, perché si può fare ancora molto, e si
è ancora in tempo, nel silenzio glaciale di un governo che potrebbe fare
molte cose e non le fa. Abbiamo già dei contratti di ricostruzione
firmati?

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