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Esercitazioni e videogiochi

Avete tutti visto «Virtual Attack», l’esercitazione
di Milano e Roma, dove è stato messo in scena un possibile attacco
terrorista, in modo che tutti (specialmente i terroristi) possano
studiare bene cosa non ha funzionato.
Se fosse una normale procedura di protezione civile, poco male. Ma
sospettiamo che per il nostro governo abbia ben altro significato. Cioè
la resa della politica alla logica militare, con un pizzico di nostrano
terrorismo propagandistico. Meglio rassegnarsi al peggio che cercare di
evitarlo, meglio la paura che il dialogo.
Ma poiché tutti si sono divertiti un sacco (meno i cittadini) sono
pronte altre esercitazioni e videogiochi ispirati alla realtà.

Rapinator numero due

La prima mossa virtuale di questa esercitazione è simulare che un
cretino incompetente che ha già distrutto una volta l’economia
italiana, possa tornare a guidarla. Questa sciagura riciclata, che
chiameremo Tremont, allestisce una legge finanziaria che come al solito
non tocca il patrimonio del capo e della gang, ma taglia le spese ai
comuni, alle regioni, alla cultura, lascia crescere le bollette e
debordare i falsi in bilancio.
In questa esercitazione l’obiettivo primario è
togliere le auto blu ai sindaci, mentre per dare il buon esempio il
presidente del consiglio non userà più le auto blu, ma le farà tingere
in fucsia.

Rome against rapinator

Anche la sinistra ufficiale fa la sua esercitazione, riunendo tutti a
Roma contro la finanziaria e simulando che andare in piazza sia un
diritto democratico. Il popolo di sinistra, stupito perché le chiedono
di mobilitarsi anche senza Elton John, ci va volentieri. Ma qualcuno si
chiede come mai in tutto questo tempo chiunque andava in piazza si
sentiva dare del newglobal o del metalmekkanik. E se manifestare contro
un governo che è il primo motore di illegalità, sia un problema di
legalità, di decenza, o di sopravvivenza. Se insomma, la parola
«legalità» sia un po’ più complicata delle semplificazioni fatte anche
da sinistra.
L’esercitazione comunque ci sarà, anche se sarebbe stato meglio farne
una al giorno in tutte le città e i paesi, fino alla scadenza
elettorale. Ma si sa, a Roma c’è la copertura televisiva.

Save the president

Un premier vede i suoi amici e collaboratori finire uno per uno in galera o rischiare di andarci. Ha due opzioni: uno, dimettersi, ammettendo che ha violato le leggi e si è circondato di disonesti, oppure, due, cercare di truffare con leggi speciali. Purtroppo il tasto del videogioco che comanda l’opzione uno è bloccato e si può usare solo il tasto due.
Nel videogioco (ovviamente ciò non può accadere nella realtà!) il
premier, una legge per volta, riesce a depenalizzare o a mandare in
prescrizione i suoi reati e quelli degli amici.
Ma gli resta il labirinto col boss finale: Caesar Previti. Costui ne ha
combinate tante che è difficile evitargli la condanna. La legge
Salvacesare è difficile, e sulla sua strada ci sono mostri orribili
come le togherosse, e guerrieri integerrimi come Follini, Casini, e
anche un tale Toto Riina che dice: «allora anch’ io».
Riuscirà il presidente a salvare se stesso e i suoi amici? Comprate il gioco in tutti i negozi Fininvest.

Tiraemolla

Esercitazione di recitazione e simulazione politica. Un gruppo di
ex-democristiani, portaborse e poltronofili, simula per un breve
periodo di essere un gruppo politico autonomo, dotato di etica ferrea e
capace di svincolarsi dal potere del malvagio Silvio. Parlano, gridano,
giurano che mai e poi mai si piegheranno ai suoi diktat: poi
l’esercitazione finisce, e il gruppo torna uggiolando a obbedire e
incassare posti. Però è stato bellissimo: sai che brivido, per Follini
parlare davanti a cinquanta microfoni, quando per registrare le sue
balle basterebbe il verbale di un vigile?

Primarium certamen

Esercitazione-torneo nel quale la sinistra sceglie il campione che
dovrà sfidare il campione avversario. Tutti sono a cavallo, meno Prodi
che combatte sopra un Tir.

Kal Derool

Il barbaro Kal-Derool, il dentista di Dio, è l’eroe di un videogioco
per palati forti e dentature sane. Aiutato da una tigre dipinta di
verde che teneva nel giardino di casa, vaga per le lande di Padhania
alla ricerca di mostri nemici quali islamici, culattoni e cittadini
alfabetizzati. A colpi di mazza e trapano da dentista ne uccide a
migliaia per arrivare fino alla Città Eterna e impossessarsi di
Devolution, la spada che ha il potere di non far pagare più tasse.
Kal-Derool entra nel palazzo reale, ma prima della stanza di Devolution
e del boss Silvio, deve affrontare il mago Letta. Letta lo stordisce,
gli offre un posto da ministro, un mazzo di sottosegretariati e un
piatto di rigatoni con la pajata. Il terribile Kal-Derool, rivestito in
un fracchettino verde, si rimangia tutto quello che ha detto. Resterà a
Roma, a imparare il galateo di corte.

Uragano

Si simula con effetti speciali che un uragano distrugga una città
americana. Il gioco consiste nel salvare tutti gli ospiti degli
alberghi di lusso e lasciare a mollo i poveracci.

Virtual victory

Il wargame del momento. In una lontana terra mediorientale, si simula
un bombardamento cosmico e si dichiara di avere vinto. Ma il paese
precipita in un nuovo baratro, si continua a morire, e nessuno ha il
controllo del territorio.
L’esercitazione cercherà di far credere all’opinione pubblica, ai
propri soldati e soprattutto agli iracheni che muoiono, che la vittoria
c’è effettivamente stata, e che quella è la pace.

Intimidation

Gioco assai semplice e infantile ma di sicuro effetto. A ogni critica o
rilievo rispondere «non ci lasceremo intimidire». Ultimamente l’hanno
ripetuta tutti da Al Qaeda a Bush, da Berlusconi a Casini, da Castelli
a Rutelli, da Luciano Moggi al cardinal Ruini.
Vince chi riesce a dire tutto di un fiato: non ci lasceremo intimidire
da quelli che non si lasciano intimidire da quelli che non si lasciano
intimidire.

Sacrifice

Esercitazione in cui un commando di patrioti italiani entra nelle ville
di Silvio ad Arcore e in Sardegna e gli porta via tutto. Il finto
Partenone, i bronzi di Riace leopardati, i trecento water, le
confezioni di pelo di orango e la scorta di orologi d’oro da regalare a
Bush. E soprattutto, il libretto di assegni dei conti italiani e esteri
triplicati. Così almeno ci rimette qualcosa anche lui.

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